La
grandiosa cima del Mangart (2677m) si innalza sul confine tra la
valle di Fusine, in territorio italiano nell'alta valle della
Drava, a nord e l'alta valle del torrente Coritenza, affluente
dell'Isonzo, appartenente alla Slovenia, a sud; un'ardita strada
asfaltata, a pedaggio per i veicoli motorizzati, consente di
raggiungere la Forcella della Lavina solo dal versante sloveno
mentre sul versante italiano esistono solo sentieri pedonali. Il
valico è denominato Forcella della Lavina in italiano e
Klanska Skrbina in sloveno ed è talvolta erroneamente
indicato come Forcella del Mangart mentre la vera Forcella del
Mangart/Mangartsko Seglo (2150m) si trova sul crinale
italo-sloveno circa 700 metri ad est proprio sopra l'ultimo
tornante della strada asfaltata e risulta raggiungibile solo a
piedi. L'ardito tracciato era stato costruito dai reparti del
genio dell'esercito italiano nel 1938 quando l'alta valle
dell'Isonzo era territorio italiano ed attualmente rappresenta la
strada più alta della Slovenia ai piedi della vetta del
Mangart (2677m), la terza cima più alta della Slovenia. Le
pendenze sono molto impegnative ed in alcuni tratti molto ripide
ed il tracciato richiede la massima attenzione soprattutto in
discesa perché risulta molto stretto ed esposto in più
punti.
Da Plezzo (Bovec in sloveno) (483m), località
situata nella vasta conca dove il torrente Coritenza si getta
nell'Isonzo, si segue la strada asfaltata che in leggera salita
raggiunge Bretto (Log pod Mangartom). Si segue la ripida
salita asfaltata per il Passo
del Predìl (1156m); a 1,4 chilometri dal valico, ad un
incrocio (1094m) dopo un moderno ponte, si svolta seguendo i
cartelli Mangart ed imboccando una stretta strada asfaltata che
lascia subito a destra una diramazione per un'area di
parcheggio. Si comincia a salire ripidamente presso un
cartello che avvisa della pendenza al 22% e dopo poche centinaia
di metri si attraversa il torrente Mangart appena prima del 1°
tornante (1157m), seguito da un tratto esposto. Si entra nel
bosco, si lascia a sinistra la diramazione per una malga e si
supera il gabbiotto dell'addetto alla riscossione del pedaggio
per i veicoli a motore, poi si affrontano il 2° tornante
(1332m) ed il 3° tornante (1375m) sulle pendici
settentrionali del Monte Plagna (1552m); dopo il 4° tornante
si raggiunge la zona delle gallerie che non sono lunghe ma tutte
scavate nella roccia e non illuminate per cui risulta molto
importante essere dotati di uno strumento di illuminazione. Dopo
la prima galleria rettilinea si svolta a sinistra e poi si
effettuano il 5° tornante (1537m) e il 6° tornante;
subito dopo il 7° tornante (1595m) si percorre la seconda
galleria, poi si affrontano l'ottavo tornante, il 9° tornante
(1653m), il 10° tornante (1690m), l'undicesimo tornante ed il
12° tornante al limite della vegetazione boschiva. Si
percorre la terza galleria che termina presso uno scosceso
canalone, si lascia a sinistra la ripidissima diramazione
asfaltata per il rifugio del Mangart (2010m) e dopo il 13°
tornante (1892m) presso un'area di parcheggio si sale duramente
tra rocce e magri pascoli con un ardito traversone ai piedi della
strapiombante parete rocciosa del Rdeca Skala (2048m) fino ad un
incrocio (1986m) dove si tiene a destra per percorrere a senso
unico il circuito sommitale. Si affronta l'ultimo tornante
(2037m) ai piedi della Forcella del Mangart ed in ripida ascesa
si percorre il tratto conclusivo fino ad arrivare al punto
sommitale presso la Forcella della Lavina (2055m), raggiungibile
con pochi metri a piedi. Il panorama è grandioso sulla
vicina ed elegante vetta del Mangart (2677m) ed impressionante
sul ripidissimo versante italiano dove si gode un ampio panorama
e si scorgono i laghetti di Fusine nel fondovalle. In ripida
discesa si raggiunge l'incrocio (1986m) dove inizia il circuito
finale e si ridiscende lungo l'itinerario di salita con la
massima prudenza per la ristrettezza della sede stradale.
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