Il
Passo del Sempione è storicamente una delle principali vie
di comunicazione attraverso le Alpi; esso collega l'Ossola con la
valle del Rodano e unisce la Pianura Padana alla Svizzera
occidentale ed alla Francia. Sotto il valico è stata
scavata la doppia galleria ferroviaria, lunga 19803 metri,
inaugurata nel 1906, un capolavoro dell'ingegneria che risulta
uno dei punti principali della rete di comunicazione europea; da
Iselle a Briga viene fornito in ogni stagione il servizio di
trasporto autovetture. Il valico non ebbe storicamente grande
importanza in epoca romana e medievale fino al XIII° secolo,
quando divenne il percorso preferito dei mercanti milanesi; nel
1235 i Cavalieri di Malta vi costruirono il primo ospizio; nel
1800-1805 Napoleone fece costruire la prima strada moderna per
collegare le sue due capitali, Parigi e Milano; il tracciato
napoleonico rappresenta la più antica strada carrozzabile
alpina dopo quella del Brennero (1375m), valico molto meno
elevato e molto più agevole. Oggi la strada è
stata in gran parte rifatta con numerose gallerie paravalanghe
che consentono di garantirne l'apertura per tutto l'anno. Il
tracciato è largo, agevole, ben tenuto, interamente
asfaltato, e presenta delle pendenze considerevoli ed in alcuni
tratti veramente severe; la salita è continua e non
presenta neppur brevi pezzi pianeggianti sia da Iselle che da
Briga fino al valico. Il passo risulta percorso da un forte
volume di traffico anche pesante e presenta alcune gallerie e
molte semigallerie paravalanghe per cui non risulta
particolarmente gradevole per il ciclista; è consigliabile
evitare di percorrerlo nei giorni feriali.
Sul versante
meridionale da Domodossola (272m) si segue un rettilineo
pianeggiante in direzione nord fino a Preglia (288m), frazione di
Crevoladossola, dove si affronta una ripida rampa che percorre
l'alto Ponte di Crevola (333m). Dopo aver lasciato a destra la
strada per la Val Formazza ed il Passo
di San Giacomo (2313m) in corrispondenza del 1° tornante
in pavè, si penetra in leggera salita nella Val Divedro e
si affronta una breve discesa; dopo aver incontrato lo sbocco
della lunga galleria con cui si conclude la superstrada
(naturalmente proibita ai ciclisti) si superano alcuni
saliscendi, poi si affronta una salita leggera ma costante nella
stretta valle rocciosa. A Varzo (565m) la valle piega verso
ovest; si esce dal paese in forte ascesa fino al ponte sul
torrente Cairasca, poi si scende decisamente per alcune centinaia
di metri. Si prosegue in facile ascesa fino alla stazione di
Iselle (620m) dove si affronta una ripida rampa che sfiora
l'ingresso del traforo ferroviario; dopo una galleria si perviene
a Iselle (672m), dove si incontra la dogana italiana. La
salita diventa più sensibile fino al confine di stato
(800m) ed al villaggio di Gondo (855m), dove si trova la dogana
svizzera e si lascia a sinistra la strada asfaltata per la
Zwischbergental ed il valico denominato Furggu
(1872m). Il tracciato penetra in forte ascesa nelle selvagge e
pittoresche gole di Gondo, percorse però in gran parte al
coperto in ampie e moderne semigallerie paravalanghe, dove si
incontrano ravvicinati il 2° ed il 3° tornante
(961m). Con pendenza meno severa si attraversa il ponte sul
torrente Chrummbach presso le poche case di Gstein/Gabi (1228m) e
si affronta l'ampio 4° tornante (1290m); la salita ridiventa
difficile e si punta verso nord per sbucare nel bacino prativo
ove sorge il villaggio di Simplon (1476m); dalla nuova strada che
evita l'abitato si stacca ad un incrocio (1404m) il vecchio
tracciato che lo attraversa; ad Eggen (1580m) i due percorsi si
riuniscono. Si procede con dura pendenza in un ambiente sempre
più grandioso e roccioso; dopo alcune semigallerie
paravalanghe si transita di fronte all'albergo Engiloch; dopo
alcuni ampi e ripidi curvoni la strada diventa quasi piana ed
entra nell'ampia conca del valico, disseminata di grandi massi;
su uno di questi è ben visibile l'aquila napoleonica. Si
passa davanti alla torre dell'antico ospizio (1650) ed al
massiccio fabbricato dell'ospizio iniziato da Napoleone e
completato dai monaci del Gran San Bernardo e si arriva al passo,
dove sorge un albergo. Il valico, aperto tra il Monte Leone
(3552m) ed il Fletschorn (3996m), funge da punto di separazione
convenzionale tra Alpi Pennine e Lepontine; il panorama è
bellissimo, tra i ghiacciai del Monte Leone, del Fletschorn e del
Weissmies (4023m); a nord svettano le cime del gruppo
Jungfrau-Finsteraarhorn.
Sul versante settentrionale il
tracciato è stato interamente rifatto fino a Berisal
preservando però il vecchio percorso per i ciclisti ed il
traffico locale per cui bisogna fare attenzione ad evitare il
moderno stradone percorso dal grande traffico. Da Briga
(681m), importante nodo di comunicazioni nel fondovalle del
Rodano, si imbocca in sensibile salita il tracciato storico fino
ad incontrare la circonvallazione che assume carattere di
autostrada ed evita Briga con diverse gallerie, prosegue come
strada ordinaria con un ampio curvone ed alcune gallerie
generalmente ben illuminata. I ciclisti ignorano la strada
moderna, attraversano Ried e percorrono la vecchia strada che
sale ripida e stretta fino ad affiancare il nuovo tracciato
presso Schallberg (1316m), dove sorge il rifugio II. Si
procede con pendenza meno ripida, ma costante, affiancati alla
strada moderna, poi i tracciati si suddividono: un moderno ed
ardito viadotto evita l'aggiramento della testata della valle
laterale, che viene invece effettuato seguendo il vecchio
percorso. I due tracciati si riunificano e, dopo aver
incontrato presso un tornante le poche case di Berisal (1525m),
si percorre un tratto in costa, si effettua un'ampia deviazione
nella valle laterale della Gauter, si lascia la deviazione per il
villaggio di Rothwald e si raggiunge il rifugio IV (1745m). Si
prosegue in ripida salita nella boscosa valle delle Saltine
incontrando lunghe ed ampie gallerie paravalanghe ed anche alcune
gallerie autentiche, di cui l'ultima vecchia ed alquanto stretta;
dopo aver superato il rifugio V (1933m) ed il rifugio VI (1993m)
si arriva al passo.
(Itinerario percorso il 26/07/1987 da
Domodossola)
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