PICO DEL VELETA, 3398m (Granada)



Accesso da Granada 46,2 Km

Distanza (km)

Dislivello (m)

Pendenza (%)

Granada(682)-rotonda Los Pinillos(750)

4,2

68

1,62

rotonda Los Pinillos(750)-albergo(1332)

9,4

582

6,19

albergo(1332)-tornante el Dornajo(1654)

6,3

322

5,11

tornante el Dornajo(1654)-incrocio Solynieve(2075)

8,1

421

5,20

incrocio Solynieve(2075)-tornante Collado de las Sabinas(2178)

1,2

103

8,58

tornante Collado de las Sabinas(2178)-Hoya de la Mora(2510)

4,9

332

6,78

Hoya de la Mora(2510)-bivio Bourreguiles(2664)

2,2

154

7,00

bivio Bourreguiles(2664)-Pico del Veleta(3398)

9,9

734

7,41




La strada asfaltata più alta dell'Europa Occidentale si trova nella Sierra Nevada e si inerpica fin quasi alla vetta del Pico del Veleta (3398m), la seconda cima della catena montuosa dopo il Mulhacèn (3482m); la strada risulta chiusa per neve in genere da novembre a giugno/luglio.
Il percorso è molto impegnativo per la lunghezza e nel finale anche per la quota e le pendenze; il tracciato si snoda attraverso un ambiente di grande interesse paesistico all'interno della "Reserva nacional de Sierra Nevada" e presenta molti grandiosi panorami sull'alto massiccio montuoso.
La pendenza è moderata nel primo tratto e più impegnativa nella parte finale; la difficoltà è dovuta soprattutto alla lunghezza della salita ed alla quota; lo stato dell'asfalto è buono nella parte bassa fino alla zona degli impianti sciistici dove spesso si conclude una tappa della "Vuelta" e può essere mediocre nella parte alta, ma può variare da un anno con l'altro in base ai lavori di manutenzione; purtroppo nell'ultimo chilometro l'asfalto è ormai solo un ricordo però si riesce a procedere anche con una bicicletta da corsa; per questo motivo abbiamo lasciato questa salita nella sezione strade asfaltate.
A causa della quota il tracciato è chiuso per l'innevamento fino a giugno ed in alcuni anni anche in luglio !

Da Granada (682m), città dal famoso passato ricca di splendidi monumenti, tra cui la celeberrima Alhambra, si imbocca la Carretera de la Sierra che si snoda sul lato settentrionale della valle superando i centri abitati di Lancha del Genil e di Cenes de la Vega; dopo il paese ad una rotonda (750m) in località Los Pinillos si svolta a destra e, dopo aver attraversato il fiume, si raggiunge un incrocio a due livelli (749m) dove seguendo le indicazioni “Sierra Nevada” si imbocca a sinistra l'ampia e ben tenuta strada A395 che vicino a Granada risulta interdetta alle biciclette.
Si continua in moderata ascesa su strada sempre molto ampia che effettua due ampi tornanti e passa alta rispetto al lago artificiale Embalse de Canales; al Km 14 si affronta un altro ampio tornante e più avanti, dopo il Km 16, si supera un piccolo nucleo con un albergo (1332m); poco dopo il Km 18 si lascia a sinistra la diramazione di 800 metri per il Collado del Muerto (1491m) con le indicazioni per Monachil.
Al Km 21 si incontra la Casa forestal de las Viboras ed appena prima del Km 23 in corrispondenza di un ampio tornante (1654m) si ignora la diramazione a sinistra (percorso B) presso il Centro de Visitantes el Dornajo; presso il Km 25 si supera la Cuesta del Desmayo passando alti rispetto al Collado de las Viboras (1677m), irraggiungibile in bicicletta, e si entra nella valle del Rio Monachil.
Al Km 31 si incontra un incrocio (2075m) dove occorre decidere se procedere diritto entrando nel vasto e moderno centro turistico di Solynieve (2080m), chiamato anche semplicemene stazione di Sierra Nevada, teatro dei campionati mondiali di sci del 1996, oppure seguire la A395 effettuando un tornante a sinistra; nel centro della stazione di trova il piazzale (2147m) di partenza degli impianti di risalita.
Se si segue la strada A395 si supera un altro incrocio per Solynieve e si raggiunge un tornante molto ampio dove si lascia a sinistra il percorso che valica il vicinissimo Collado de las Sabinas (2178m) che conduce nella valle del Rio Genil; subito dopo al Km 31 si supera il Centro operativo Las Sabinas.La strada continua a salire asfaltata con pendenze molto impegnative con un lungo traversone tra gli impianti di risalita ed i campi da sci di Solynieve mantenendosi alta sopra la stazione alla quale scendono alcune diramazioni.
Si superano la Cruce de Borreguiles (2430m) e la stazione di arrivo di un impianto di risalita; subito dopo il cartello di quota 2500 si arriva in localitàHoya de la Mora (2510m) sull'ampia sella del Collado de San Francisco; si lascia a sinistra la breve diramazione per l'albergo universitario e si transita presso un ampio parcheggio ed alcuni bar.
Dopo il successivo tornante vicino ad una residenza militare una sbarra impedisce il transito dei veicoli a motore non autorizzati.
Si affrontano regolari tornanti oltrepassando sulla destra il monumento della Virgen de las Nieves e sulla sinistra il vecchio edificio dell'obsoleto Observatorio Mojon del Trigo (2609m) e si procede su tracciato con pendenza costante intorno al 7/8% ma reso duro dalla quota, dal dislivello e dalla lunghezza della salita.
Si supera l'incrocio (2664m) con la diramazione asfaltata a destra per l'Estacion de Bourreguiles (2701m), punto di arrivo e di partenza di impianti di risalita, ed il moderno osservatorio astronomico (2851m); una sterrata raggiunge il Collado de las Yeguas (2856m) ed il rifugio de las Yeguas (2892m) presso i laghetti che si ammirano lungo il percorso.
Il tracciato continua affrontando numerosi tornanti ed un traversone che conduce alla base della vetta; ad un incrocio si distacca a destra una strada non asfaltata che valica il Collado de la Carihuela (o Cariguela) del Veleta (3201m), il Collado del Lobo (3119m) e La Puerta (3124m) e discende stretta, ripida e pericolosa sul versante meridionale della Sierra Nevada a Capileira (1436m).
Dopo l'incrocio la salita diventa più dura mentre il fondo diventa sempre peggiore fino all'ultima rampa con pendenza al 13% senza più traccia di asfalto che conduce allo spiazzo presso la vetta del Pico del Veleta (3398m).
Il panorama dal Pico del Veleta è entusiasmante: ad eccezione del Mulhacèn (3482m), cima più alta della Sierra Nevada e dell'intera penisola iberica, nessuna vetta si frappone allo sguardo che può girare liberamente in ogni direzione; se il tempo è limpido si può scorgere a sud l'immensa distesa delle acque del Mediterraneo.



Il Pico del Veleta visto da Solynieve (foto M.C.)

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