Il
valico è situato sul crinale tra l'alta Val Pellice e la
Valle dei Carboneri, laterale della stessa Val Pellice; la strada
sale asfaltata e molto ripida da Villar Pellice nella Valle dei
Carboneri fino al Rifugio Barbara (1753m) e da qui a fondo
naturale fino al passo, da dove scende al Rifugio Jervis (1732m),
raggiungibile da Bobbio Pellice mediante una moderna strada
asfaltata fino a Villanova; su alcune carte e guide il valico è
denominato anche Colle del Baracun a causa dei baraccamenti
militari costruiti presso la sommità ed attualmente
abbandonati. Il percorso è effettuabile in salita con
totale ciclabilità solo dalla Valle dei Carboneri perché
tra il passo ed il Rifugio Jervis lo stato del fondo stradale è
troppo ripido e sconnesso, anche se ultimamente è stato
sistemato, per consentire una discreta ciclabilità in
salita mentre in discesa la ciclabilità risulta totale nel
2014. La parte asfaltata che conduce al rifugio Barbara
rappresenta però una delle salite più terribili
d'Italia per le ripidissime pendenze (che in qualche punto
raggiungono il 22%), la ristrettezza della carreggiata ed il
cattivo stato dell'asfalto, specialmente nel tratto più
basso.
Da Villar Pellice (fontana nella piazza principale)
si segue la comoda e ben asfaltata strada di fondovalle che
conduce a Bobbio Pellice senza difficoltà; dopo 2 Km si
incontrano i cartelli per il rifugio Barbara e la Valle dei
Carboneri: si svolta a sinistra attraversando il Pellice su un
ponte e si procede in leggera salita su strada dall'asfalto molto
rovinato fino al bivio con la strada che perviene da Bobbio
Pellice in leggera discesa; questa strada rappresenta
un'alternativa se si vuole partire da Bobbio Pellice, ma non
risulta segnalata; davanti al municipio di Bobbio Pellice si
trova una fontana, ultima possibilità di rifornimento
d'acqua. Dal bivio si sale facilmente alle poche modeste case
di Perlà (723m), che si attraversa con fondo stradale
pessimo; nell'abitato la strada si impenna e sale molto ripida
per 300 metri fino ad imboccare la Valle dei Carboneri con una
leggera discesa; l'alternativa, obbligatoria per le autovetture e
segnalata dai cartelli, è rappresentata dalla strada
asfaltata che sale con due ripidi tornanti prima della frazione e
passa sopra le case in leggera salita riunendosi al vecchio
tracciato alla sommità della rampa. La strada segue il
fondo della valle, molto stretta, ripida e boscosa adeguando la
propria pendenza all'andamento dell'impetuoso torrente: di
conseguenza si alternano ripide rampe e brevi falsopiani; la sede
stradale è molto stretta e non c'è nessuna
protezione verso valle; l'asfalto è in genere molto
rovinato e solo in alcuni tratti è stato sistemato. Dopo
la borgata di Arbaud (818m) la rampe diventano più lunghe
e ripide ed i tratti di leggera ascesa più corti e radi;
si superano le poche case di Giraudin ed il vecchio edificio
dell'ex-scuola romana presso la deviazione per la borgata Raymond
(966m). Dopo aver superato la deviazione a fondo naturale per
la frazione Carboneri (1030m) ed una stradina sterrata che scende
a superare il torrente con un ponticello (1015m) si oltrepassa la
località Pautas (1020m) e si affronta un lungo tratto
ripidissimo con pendenze massime che arrivano al 22%. Presso
la località di Pralapia (1230m) si attraversa il torrente
su un ponticello e si risale con duri e stretti tornanti la
parete orientale della valle; con pendenza meno ripida si
attraversa una conca di pascoli ed in moderata ascesa si
raggiunge il ponte Selle (1432m). Dopo aver attraversato il
torrente si passa presso le Grange Cialancia e si riprende a
salire con pendenza molto dura percorrendo un lungo tratto in
costa tra i prati e due tornanti sul lato occidentale della
valle; in corrispondenza del primo tornante si distacca una
carreggiabile per le Grange Ponset (1491m). Si percorre un
ripidissimo tratto in costa molto alti rispetto alla stretta gola
in cui scorre il torrente; la mancanza di protezione verso il
profondo burrone rende questo pezzo di strada piuttosto
pericoloso e richiede la massima attenzione, soprattutto in
discesa. In mezzo al rado bosco si affrontano altri due
durissimi tornanti ed un altro tratto dalla pendenza ripidissima
che conduce al parcheggio del rifugio Barbara Lowrie (1753m),
dove termina la strada asfaltata; per accedere al rifugio occorre
percorrere alcuni metri di stradina dal fondo rovinato. La
strada a fondo naturale per il Colle Barant, vietata ai veicoli a
motore, attraversa il parcheggio e sale nel bosco con fondo
discreto e ben pedalabile, ma con pendenze molto ripide, lungo il
versante occidentale della valle fino ad aggirare a quota 1900
metri circa il costone per immettersi nella valle laterale della
Roussa, suddivisa a sua volta in due valloni. Si percorre un
tratto in costa mentre di fronte appaiono i tornanti che
conducono al passo, individuabile subito a nord di una vecchia
casermetta diventata rifugio; si aggira la testata del primo
vallone passando il torrente su un ponticello, si sale fortemente
con tracciato esposto ed ampio panorama verso la Val Pellice e la
pianura per entrare nel secondo vallone dove si incontra un breve
tratto facile nel Pian delle Marmotte (2083m); si percorre quasi
tutta la testata semicircolare della conca fino a portarsi in
corrispondenza del Col Porsel (2362m). Un tratto molto ripido
e con fondo difficoltoso ma ancora ciclabile conduce al primo
(2164m) dei 6 duri e spettacolari tornanti conclusivi; presso il
2° tornante si incontra una piccola costruzione e dopo il 3°
tornante la pendenza diminuisce per breve tratto consentendo di
rifiatare mentre appare la vetta del Monviso; la pendenza
ridiventa subito severa e dopo il 4° tornante molto dura;
dopo il 5° tornante ai piedi della Punta Barant un breve
traversone conduce al 6° ed ultimo tornante che immette nello
spazio che precede il passo, stretta sella intagliata nella
roccia poco a sud della Punta Barant (2425m). Sulla sinistra
sorge il Rifugio Barant (www.rifugiobarant.it),
ricavato da una vecchia casermetta, dotato di 40 posti letto e
servizio ristorazione, che ha riaperto nel 2013 dopo 6 anni di
chiusura. Si gode un ampio panorama sul Monviso, i monti della
Valle dei Carboneri, la bassa Val Pellice e la pianura
piemontese.
Dopo aver attraversato lo stretto passaggio
tra le rocce si scende con pendenza molto ripida e con due
tornanti si raggiunge il giardino botanico alpino "B.Peyronel"
(2290m), fondato nel 1991 ed intitolato ad uno studioso
naturalista della valle; dopo una breve contropendenza si
percorre con pendenza moderata un lungo traversone con gran
panorama sul bacino del Prà e i monti che chiudono l'alta
Val Pellice al confine con la Francia. Presso il 3°
tornante si apre brevemente alla Colletta Barant (2202m) un ampio
panorama sui monti del sottogruppo Bucìe-Cornour a nord,
poi si scende fortemente con fondo in parte erboso e presso il 4°
tornante si incontra una vasca per l'abbeveramento del bestiame;
infatti occorre fare attenzione alle mucche che si possono
incontrare sulla sede stradale; si entra in un rado bosco, si
affronta una serie di ripidi e ravvicinati tornanti e si
incontrano alcuni piccoli guadi che si superano senza difficoltà
con la dovuta attenzione. Dopo il 13° tornante si continua
nel fitto bosco con traversoni più lunghi e dopo il 17°
ed ultimo tornante di questo tratto si percorre in moderata
discesa un tratto in costa appena sopra il letto del Pellice che
si raggiunge e si attraversa senza difficoltà perché
in questo tratto è normalmente asciutto; d'altronde penso
che nessuno abbia l'idea di scalare il Colle Barant in una
giornata di pioggia !. Ci si trova ora nell'ampio bacino del
Prà, anticamente sede di un lago, meta di passeggiate e
base per impegnative escursioni; si piega a destra e si raggiunge
il parcheggio del rifugio Willy Jervis al Prà (1732m). Si
scende ora lungo una ardita strada non asfaltata recentemente
costruita attraverso le strette gole del Pellice, per molto tempo
ostacolo insuperabile alla costruzione di una strada
carrozzabile; questa pista può essere percorsa dai veicoli
a motore solo se autorizzati e l'autorizzazione giornaliera a
pagamento può essere richiesta a Villanova. All'inizio
del bacino del Prà si attraversa un ponticello e si scende
con uno stretto tornante per attraversare con un altro ponticello
il Pellice che qui presenta una bella cascata; si scende nella
stretta gola con 4 tornanti nel bosco poi si costeggia il
torrente lasciando sulla sinistra la bella cascata del Pis; si
affronta una breve contropendenza cementata in un punto esposto
ma protetto con barriere; dopo un tratto facile si sale molto
ripidamente per breve tratto fino in località Mirabucas
(1434m) poi si continua in leggera discesa nel bosco fino al
ponte (1428m) alla testata del vallone laterale del Rio Crosenna
che forma una bella cascata. Si riprende a scendere fortemente
e dopo un tratto abbastanza esposto si arriva al termine della
pista regolamentata e si continua su ampia strada a fondo
naturale che effettua un tornante ed arriva a Villanova (1225m);
al tornante presso le case si incontra l'asfalto e si continua la
discesa su strada stretta e tortuosa che presenta dapprima due
tornanti; dopo la località Maisons (1134m) ed un tratto in
costa nel bosco si lascia sulla sinistra Eyssarts (1077m) e si
perde quota con altri 4 tornanti che conducono al ponte sul
Pellice; si percorre un tratto sull'altra sponda e dopo Ferriere
si riattraversa il torrente arrivando a Malbec (843m). Si
incontra una sensibile contropendenza per risalire a Malpertus e
Castello (865m) ed al termine della salita si riprende a scendere
moderatamente incontrando una borgata dove si trova una fontana;
in continua moderata discesa si arriva a Bobbio Pellice
(732m).
(Itinerario percorso il 13 settembre 2014)
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