Il
valico è situato sullo spartiacque tra i valloni di Salèse
e di Mollières, laterali rispettivamente delle valli della
Vésubie e della Tinèe, entrambi affluenti del Var,
e risulta accessibile solo dal versante della Vésubie
mediante una stretta strada non asfaltata nel tratto conclusivo;
fino a le Boréon la strada asfaltata risulta bella, ampia
ed agevole. La parte più elevata del percorso si snoda
all'interno del Parco nazionale del Mercantour in uno splendido
scenario naturale; occorre fare attenzione agli improvvisi
temporali che si scatenano nelle ore più calde della
giornata anche in periodi di tempo stabile con alta pressione
atmosferica: infatti la vicinanza delle alte montagne al caldo
Mare Mediterraneo provoca contrasti termici in grado di generare
forti precipitazioni anche in giornate che al mattino si
presentano totalmente serene; di conseguenza la zona risulta
molto verde e ricca di acqua. Un fastidio per i ciclisti e per
gli escursionisti a piedi è rappresentato dalle numerose
mosche nel tratto più elevato del percorso.
Dal
centro di Saint-Martin-Vésubie (960m),
importante centro turistico, si seguono le indicazioni per le
Boréon e si procede in falsopiano fino ad un ponte (975m),
dove inizia una ripida salita tra le numerose ville; con pendenza
più moderata si raggiunge il Pont Maissa (1121m), dove si
lascia a sinistra la strada asfaltata che porta nella valle della
Tinèe attraverso l'impegnativo Col
Saint-Martin (1500m). Dopo aver attraversato il ponte si
sale con un primo ed un secondo (1199m) tornante tra le ville
della località les Clos; la salita si interrompe e si
incontrano alcuni falsopiani mentre la valle si stringe e diviene
boscosa e solitaria. Dopo aver nuovamente attraversato il
torrente in località les Trois Ponts (1262m) si affronta
una ripida rampa seguita da un breve falsopiano; la salita
diventa poi costantemente molto dura (pendenza massima al 14%) e
si affrontano alcuni ripidi tornanti di fianco ad una splendida
cascata. Si raggiunge così la località di le
Boréon (1500m), appartenente fino al 1945 all'Italia con
il nome di Ciriegia; un paio di ristoranti fronteggiano il
laghetto artificiale che si costeggia con strada pianeggiante;
dopo un breve tratto di salita si incontra un bivio (1497m); a
destra si distacca una strada solo inizialmente asfaltata che
raggiunge la Vacherie du Boréon (1643m). Svoltando a
sinistra si percorre in falsopiano una strada ancora asfaltata
che percorre in costa tutta la parete settentrionale della conca
con bella vista sul sottostante laghetto; con un breve tratto di
leggera discesa si penetra nel Vallon de Salèse. La
salita riprende moderata in un tratto roccioso e diventa sempre
più impegnativa all'interno del fitto bosco che ricopre la
vallata fino a raggiungere la zona di parcheggio delle
autovetture, alle quali è vietato il transito nel tratto
conclusivo, riservato ai veicoli autorizzati e, naturalmente, a
pedoni e ciclisti. Al termine del parcheggio e del tratto
asfaltato si entra a quota 1665m nel Parco nazionale del
Mercantour e si procede sul ripido tracciato dall'ottimo fondo
naturale che risale con alcuni tornanti il vallone sempre
all'interno del bosco; con un ultimo duro strappo dal fondo
cementato si raggiunge il valico, una stretta sella boscosa
dominata dalla Cayre Archas (2632m).
La strada scende
tortuosa nel bosco e prosegue per 7 Km fino al solitario
villaggio di Mollières; solo un sentiero discende lo
stretto e scosceso Vallon de Mollières raggiungendo la
diga di Pierre Blanche; da qui una stradina asfaltata di servizio
dell'EDF (Electricitè de France) raggiunge il fondovalle
della Tinèe presso il Pont de Paule (656m). Mollières
(1572m), appartenente all'Italia fino al 1947, è oggi un
villaggio popolato solo in estate da pochi pastori ma nel XIX°
secolo era un paese abitato permanentemente da 600 persone che
vivevano quasi isolate dal resto del mondo traendo sostentamento
dalle risorse agricole e pastorali di questo vallone quasi
irraggiungibile. Chi vuole discendere e raggiungere Mollières
deve tenere conto della successiva ripida ascesa per ritornare al
passo.
(Itinerario percorso il 16/08/2002)
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