Il
rifugio è situato nella Val Carisole, laterale dell'alta
Valle Brembana, e risulta raggiungibile da Branzi (854m) mediante
una strada asfaltata fino a Carona e non asfaltata con pendenze
molto ripide nel tratto più elevato; per i ciclisti ben
allenati il tracciato risulta comunque sempre percorribile in
sella alla mountain-bike.
Dalla piazza centrale di Branzi
(854m) si segue la strada per le stazioni turistiche dell'alta
Valle Brembana che sale asfaltata con forte pendenza affrontando
due tornanti ancora nell'abitato; ad un incrocio (961m) dopo il
terzo tornante si svolta a destra seguendo le indicazioni per
Carona e si procede in costa lungo la ripida parete che chiude a
nord la conca di Branzi; in alcuni giorni è possibile
ammirare la cascata del Borgoleggia che, unendosi a Branzi al
Brembo di Carona ed al Brembo di Valleve, forma il fiume
Brembo. Dopo una breve galleria si passa presso una cava e si
affrontano due tornanti imboccando la stretta Val Carisole; con
pendenza meno severa si raggiunge Carona (1116m); all'ingresso
dell'abitato occorre decidere quale tracciato seguire. La
prima possibilità è di attraversare in falsopiano
il centro del paese passando di fronte all'imponente chiesa
parrocchiale; al termine della strada principale si imbocca una
stradina che sale ripida solo inizialmente asfaltata; dopo pochi
metri diventa infatti una mulattiera con fondo sassoso sempre
percorribile in mountain-bike ma con molta fatica ed attenzione;
dopo due tornanti si sale molto ripidamente fino a sbucare sulla
strada asfaltata; il chilometraggio e la pendenza media nella
testata del capitolo sono calcolati su questo tracciato. La
seconda possibilità, con un tracciato più lungo di
200 metri e meno difficile per fondo e pendenze, consiste nello
svoltare a sinistra all'ingresso del paese seguendo i cartelli
indicatori per il rifugio; si sale con due duri tornanti e si
procede in falsopiano sopra il paese; presso un tornante si
lascia a sinistra la strada più larga per la seggiovia e
si imbocca a destra una stradina asfaltata che scende brevemente
fino all'incrocio con la mulattiera del primo itinerario. Dopo
la riunificazione dei tracciati si prosegue su strada asfaltata
molto ripida fino a Pagliari (1313m); all'imbocco del piccolo
centro abitato si trova una bella fontana; subito dopo termina
l'asfalto e si procede su fondo sassoso con pendenza moderata. La
salita ritorna ad essere molto ripida e si affronta un tratto con
fondo cementato solcato da canaline di scolo che richiedono
attenzione soprattutto in fase di discesa; la cautela è
necessaria anche per la mancanza di protezione verso valle,dove
si spalanca un profondo burrone. Si continua nel bosco
alternando tratti a fondo cementato ad altri sassosi e con due
ripidissimi tornanti (il primo quotato 1443m) si raggiunge
Birone; dopo una stretta curva si procede con fondo in terra
battuta e pendenza moderata. La salita riprende ripida, si
supera una bella cascata e si trova un altro tratto che consente
di rifiatare; dopo un ponticello presso una cascatella si
affronta un altro tratto ripido che termina presso il cartello
che indica la scorciatoia solo pedonale per il rifugio Longo. Si
procede in falsopiano nel fitto bosco pedalando senza difficoltà
per lungo tratto fino all'incrocio (1654m) per il Rifugio
Fratelli Longo (2026m) presso il Lago del Prato (1650m), che
non si può scorgere in questa posizione; il fondo naturale
è molto buono. All'incrocio presso il lago si tiene a
destra e si attraversa il Brembo di Carona su un ponticello; si
sale duramente sul versante orientale della conca prativa, poi si
entra nel bosco e la pendenza diventa sempre più ripida
fino a risultare terribile per alcune centinaia di metri con
fondo dapprima a sassi, poi cementato ed infine in terra battuta;
i ciclisti ben allenati possono comunque rimanere sempre in
sella. Si passa tra due rocce e la pendenza diminuisce; la
salita risulta sempre molto impegnativa ma rispetto al tratto
precedente sembra quasi di non fare fatica; presso una vecchia
baita si incontra un breve falsopiano seguito da una ripida
rampa; si arriva ad un bivio. Occorre prendere il tracciato di
sinistra che si snoda senza difficoltà prima di affrontare
una breve discesa che conduce ad una sbarra; dopo averla superata
si riprende a salire affrontando quattro ripidi tornanti in terra
battuta che conducono al Lago di Fregabolgia (1953m). Se
invece si imbocca il più invitante tracciato di destra si
prosegue in forte salita nel bosco; presso una baita diroccata
appare la diga che genera il Lago di Fragabolgia e con minore
fatica si raggiunge la base della diga dove si trova uno spiazzo
di parcheggio; si affronta un tornante seguito da una rampa al
limite della ciclabilità per pendenza e stato del fondo
che conduce alla casa dell'ente elettrico; si passa dietro alla
casa e si affronta una rampa non ciclabile che conduce alla
sommità della diga; dopo un breve falsopiano e una rampa
si supera una sbarra e si scende molto ripidamente all'incrocio
con il tracciato principale sopra descritto. Si percorre in
falsopiano la sponda settentrionale del lago, poi si affrontano
alcune ripide rampe seguite da brevi pianori fino a sbucare
davanti al rifugio, situato sul percorso solo pedonale che
conduce in Val Seriana attraverso la Portula (2278m); ad est del
rifugio si trova una tavola di orientamento che consente di
individuare le cime del grandioso cerchio di montagne che chiude
la valle.
(Itinerario percorso il 08/07/2000)
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