La
località, dove si trova l'omonimo rifugio, è
situata sul versante meridionale del Rocciamelone (3538m),
l'imponente montagna che domina la Val di Susa ed era
erroneamente considerata nell'antichità la più alta
vetta della Alpi. La strada risulta asfaltata fino a 5 Km
dalla sommità; l'asfalto è in alcuni tratti molto
rovinato mentre il tratto finale presenta un ottimo fondo
naturale in terra battuta con pochi sassi; le pendenze sono molto
dure e costanti, il traffico scarso e l'ambiente molto bello. Le
indicazioni stradali sono ottime e tutti gli incroci sono ben
segnalati; durante il percorso occorre seguire le indicazioni per
il Rocciamelone mentre il segnale per La Riposa appare soltanto
nel finale.
Nel centro di Susa alla rotonda (493m) fra
l'ospedale e la stazione ferroviaria si abbandona la strada
statale del Colle
del Moncenisio (2084m) per imboccare la strada provinciale
210 che costeggia il fabbricato terminale della stazione e subito
dopo svolta a destra transitando tra il parcheggio della stazione
a destra ed una scuola ed una chiesa sulla sinistra. Subito
dopo il ponte sul torrente Cenischia si prosegue diritti
ignorando le segnalazioni per Mompantero, che indicano subito a
sinistra, e si procede per altri 300 metri fino al successivo
incrocio, situato presso il cimitero, dove si svolta a sinistra
seguendo le indicazioni per Urbiano e Rocciamelone. La salita
diventa progressivamente più impegnativa per raggiungere
Urbiano (531m), capoluogo del comune di Mompantero;
nell'attraversamento del centro abitato la pendenza risulta
decisamente ripida. Si esce dal paese con 6 duri tornanti, poi
la pendenza si attenua leggermente, si entra nel bosco, si
attraversa il torrente sul ponte Piano del Molino e si affrontano
altri 4 tornanti in una verde valletta ignorando la diramazione a
sinistra per Seghino. La strada aggira poi il costone su cui
sorge, in ottima posizione panoramica, la chiesetta della Madonna
dell'Ecova (710m), raggiungibile mediante una breve diramazione a
fondo naturale. Si prosegue in costa lungo il versante
settentrionale della valle di Susa con ampia vista sulla vallata;
dopo l'undicesimo ed il 12° tornante si lascia a sinistra la
breve diramazione a fondo chiuso per la borgata Bianco e dopo il
15° tornante ad un incrocio (810m) si ignora a sinistra
l'accesso alla frazione Braida. Il tracciato continua con due
tornanti, asfalto molto rovinato ed ampie buche; dopo un breve
falsopiano ad un incrocio (862m) si lascia a destra la
diramazione per Chiamberlando, Cugno e Mompantero Vecchio e si
attraversa il ponte su un torrente. Si riprende decisamente a
salire lasciando a sinistra ad un incrocio (920m) una breve
diramazione per la borgata Ganduglia (901m) e si affrontano due
ripidi tornanti con asfalto dissestato. Si procede a lungo in
costa in forte salita su strada ben asfaltata dominando dapprima
Susa e la sua conca, poi la valle della Cenischia e la strada del
Moncenisio, lungo la quale si osserva l'ampio abitato di
Giaglione; un paio di brevissimi falsopiani interrompono la dura
e costante ascesa. Un falsopiano più lungo precede il
20° tornante (1240m), in corrispondenza del quale si lascia a
sinistra la diramazione per la batteria Paradiso (1245m). In
forte salita si raggiunge la Borgata Alpini (1315m) con le sue
belle case ristrutturate e la fontana, ultima occasione di
approvvigionamento idrico; dopo il 21° tornante (1340m) si
passa sotto l'abitato di Cresto (1401m), a cui accede una
diramazione a fondo naturale bloccata da una sbarra. Si
affronta il 22° tornante (1434m) e si procede a lungo nel
bellissimo bosco; dopo il 23° tornante (1536m) si affronta il
tratto più difficile del percorso con pendenze molto
ripide e fondo stradale dove l'asfalto è ormai quasi
completamente scomparso lasciando buche e sassi. Al 24°
tornante (1591m) si lascia a sinistra la diramazione a fondo
naturale per la cima del Monte Pampalù (1624m), dove erano
state installate alcune batterie per controllare con
l'artiglieria il Colle del Moncenisio. Il tracciato continua
in forte salita con buon fondo asfaltato nel bosco, poi si lascia
a destra un alpeggio e si raggiunge l'ampia conca prativa
dell'Alpe Prariondetto (1697m); in forte salita si supera un
crinale boscoso e si raggiunge un incrocio (1738m) dove termina
il tratto asfaltato e si lascia a destra la diramazione a fondo
naturale che termina al Trucco (1706m). La pista procede in
sensibile ascesa su ottimo fondo in terra battuta; dopo un lungo
tratto in costa nel bosco si attraversa un'ampia radura dove
sorge il rifugio La Darbunera e si raggiunge un bivio (1915m),
dove si lascia a destra la carreggiabile che scende all'Alpe Tour
(1750m). Si tiene a sinistra seguendo le indicazioni per il
Rocciamelone e, per la prima volta, per la Riposa e si attraversa
un boschetto, poi si affrontano i ripidi 25° tornante (1941m)
e 26° tornante (1960m) tra i prati. Dopo un altro tratto
nel bosco, il 27° tornante (2028m) ed il 28° tornante
(2045m) tra i prati si incontra un ampio spazio per il parcheggio
delle autovetture; si tratta infatti del punto di partenza per le
ascensioni a piedi al Rocciamelone. Una sbarra impedisce il
transito alle autovetture ma i ciclisti possono tranquillamente
aggirarla e percorrere il ripido tratto su ottimo fondo che si
snoda tra i prati aggirando due costoni; dopo una brevissima
discesina si sale duramente fino al 29° ed ultimo tornante
(2174m), dove si lascia a destra una carreggiabile sbarrata dal
pessimo fondo che si perde tra i pascoli, e si affronta l'ultimo
ripido strappo che conduce al Rifugio La Riposa (2185m) da dove
parte un sentiero pedonale che si inerpica al Rifugio Cà
d'Asti ed alla vetta del Rocciamelone. Si gode un ampio
panorama sulle montagne circostanti.
(Itinerario percorso
il 17/07/1999)
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