La
valle di Biandino è una delle principali valli laterali
della Valsassina ed è sicuramente la più
interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico;
l'assenza di centri abitati e la difficoltà di accesso
hanno mantenuto la valle aspra e selvaggia con un ambiente
naturale ancora quasi intatto ed una flora e fauna speciali; il
torrente Troggia, che la percorre, sbuca nella Valsassina come
affluente del torrente Pioverna, presenta una spettacolare
cascata che però non è visibile lungo il durissimo
percorso.
Ad Introbio (586m) dalla piazza del municipio si
segue brevemente la strada a senso unico che si dirige verso
ovest fino ad un incrocio dove si imbocca una stradina seguendo
le chiare indicazioni per la Val Biandino; dopo una ripida rampa
si raggiunge un altro incrocio ben segnalato dove si svolta a
destra in moderata ascesa tra le ville; la pendenza ritorna dura
e si affrontano i primi tornanti ancora su asfalto; dopo il 2°
tornante si entra nel bosco e dopo il 3° tornante l'asfalto
termina; da qui il fondo presenta alternanza tra sterrato dove le
pendenze sono moderate e cementato dove le pendenze sono
ripide. Dopo un breve tratto sterrato si incontra il fondo
cementato e si sale ripidamente al 4° tornante ed al 5°
tornante, più distanziato; al termine di questo settore
molto ripido la pendenza diminuisce e si incontra un tratto di
sterrato, seguito di nuovo dal cementato fino alla Baita dei
faggi dove riprende lo sterrato e la pendenza si affievolisce
fino al 1° ponte. Dopo aver attraversato il torrente si
riprende a salire con pendenza progressivamente più dura e
si arriva al 6° tornante; si prosegue con tratti sterrati e
cementati; dopo la fontana di San Carlo (1080m) si raggiunge il
2° ponte; subito dopo il ponte la stradina diventa
costantemente cementata e si impenna con pendenze terribili per
800 metri; si passa presso un agriturismo situato sull'altra
sponda del torrente e raggiungibile mediante un ponticello
pedonale. Si continua nella strettissima e boscosa valle con
pendenze sempre dure e si ammirano le cascatelle formate dal
torrente; si affrontano 4 tornanti ed i tratti dal 7°
all'ottavo e dal 9° al 10° consentono di rifiatare, sia
pur brevemente; presso il 9° tornante sorge il rifugio degli
Alpini intitolato al Capitano Piero Maggi; in un breve tratto
sterrato con pendenze più dolci si apre uno spicchio di
panorama verso sud: nelle giornate limpide si vedono la pianura
padana e perfino gli Appennini. In ripida ascesa si raggiunge
il 3° ponte e con una breve rampa molto dura si raggiunge
Bocca di Biandino (1496m), apertura dove la vallata cambia
aspetto e si apre in una ampia conca di pascoli; subito sopra
sorge il rifugio Tavecchia (1510m). Si procede su fondo
sterrato sconnesso in mezzo alla valle, ma fortunatamente il
fondo migliora presto e la pendenza si mantiene moderata; si
affrontano poi alcune ripidissime rampe cementate alternate da
tratti sterrati più facili; dopo una breve discesina si
affronta l'ultimo tratto, abbastanza difficile per le pendenze
ripide ed il fondo sconnesso ma comunque sempre ciclabile, che
conduce al Santuario della Madonna della Neve (1595m), edificato
nel 1664, ed al vicino omonimo rifugio; ogni 5 agosto il
Santuario è meta di una processione che sale a piedi da
Introbio per ringraziamento della protezione offerta nel corso
dell'epidemia di colera del 1836; appena oltre il rifugio si
trova una bella fontana. Si entra nel territorio dell'Alpe
Sasso e si procede su discreto sterrato con pendenze moderate in
un ambiente sempre più grandioso; si lasciano a sinistra i
sentieri pedonali per il Lago di Sasso (1919m) ed il Rifugio
Santa Rita (1988m) con pendenza più accentuata e fondo più
difficoltoso, ma sempre ciclabile, si raggiunge il cancello che
precede i casolari dell'Alpe Sasso ai piedi del grandioso Pizzo
dei Tre Signori (2554m).
(Itinerario percorso il 24 luglio
2010)
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