Lo
splendido pianoro della Preda Rossa si stende a quasi 2000 metri
di quota alle pendici del Monte Disgrazia (3678m) in Val
Masino. La durissima strada asfaltata costruita negli anni
sessanta dall'Enel al servizio degli impianti idroelettrici
risulta interrotta da una grande frana in località
Valbiore; è comunque possibile aggirare la frana con una
ripida pista a fondo naturale ed affrontare in tranquillità
il resto della salita, dove è scarso il traffico
motorizzato. Il calcolo delle pendenze medie non inganni: il
tratto non asfaltato si compone di due settori ripidissimi
intervallati dalla galleria e successivo tratto che risultano
quasi pianeggianti e riducono una pendenza media che altrimenti
supererebbe nettamente il 10%.
Presso Masino (290m) si
lascia la trafficata strada statale N.38, dello Stelvio, che
percorre il fondovalle valtellinese, si attraversa il paese e si
comincia subito a salire con sensibili pendenze nello stretto
sbocco della Val Masino passando presso una centrale
idroelettrica. Si affrontano alcuni impegnativi tornanti; dopo
l'ultimo tornante si percorre un chilometro durissimo fino al
bivio per Biolo ed altre frazioni, poi la salita diventa moderata
ed il percorso si snoda in una stretta e boscosa gola. Dopo
una breve e pianeggiante semigalleria paravalanghe si procede in
moderata salita fino al Ponte del Baffo (571m), dove si distacca
a sinistra la ripida strada che sale a Cevo (660m) e Caspano
(875m), da dove si può scendere a Morbegno; questo
impegnativo tracciato può fungere da alternativa per chi
vuole evitare un tratto di fondovalle. Dopo alcuni rettilinei
molto impegnativi si affrontano due tornanti facili ed altri due
moderatamente impegnativi e si attraversa su un ponte il torrente
Masino; si procede con pendenze impegnative e poi moderate fino a
Cataeggio (787m), sede del comune di Val Masino; di fronte alla
chiesa si incontra una bella fontana. La salita riprende
severa e si affrontano due duri tornanti tra le case; quasi senza
soluzione di continuità dell'abitato si raggiunge Filorera
(841m); all'uscita del paese si lascia la strada per Bagni
del Masino (1172m) e si svolta a destra seguendo i cartelli
indicanti i numerosi rifugi della valle dove si trova la Preda
Rossa, si attraversa il torrente e si affronta l'impegnativa
salita che si snoda sul versante orientale della valle; al primo
tornante si trascura una diramazione sulla destra ed al secondo
si osserva una stazione di rilevazione dei fenomeni franosi. La
strada imbocca poi la stretta valle laterale di Sasso Bisolo e la
pendenza diventa molto ripida; si superano 6 ripidi tornanti e si
raggiunge la ciclopica frana caduta nel 1991 che ha sepolto un
lungo pezzo di strada ed il villaggio abbandonato di Valbiore
(1230m). Prima della frana si devia a destra seguendo un
cartello per i rifugi e si imbocca una pista a fondo naturale che
scende ad attraversare l'impetuoso torrente Duino e risale sul
versante meridionale della valle con dure pendenze ed
inizialmente buon fondo stradale. Dopo un tornante le pendenze
diventano molto ripide ed il fondo tende a peggiorare
progressivamente; in qualche punto si raggiunge il limite della
ciclabilità ed occorre anche fare attenzione per
l'esposizione del tracciato privo di protezione verso valle. Si
raggiunge faticosamente l'imbocco della galleria pianeggiante di
200 metri che presenta andamento sinuoso, infiltrazioni d'acqua e
fondo ondulato con numerose pozzanghere; è necessario
avere uno strumento di illuminazione per superare il tratto
centrale, completamente buio, dove è consigliabile
procedere a piedi od almeno appoggiando un piede a terra. Al
termine della galleria si percorre un breve tratto pianeggiante e
si attraversa il torrente; si affronta una salita ripidissima
ancora a fondo naturale che consente di raggiungere il vecchio
tracciato asfaltato. Si sale duramente per poco, poi la
pendenza diventa moderata e si raggiunge l'Alpe di Sasso Bisolo,
dove si trovano alcune baite e sorge il Rifugio Scotti (1465m);
si riprende a salire con fondo sempre asfaltato e forti pendenze
lasciando sulla destra in una radura le poche case di Sasso
Bisolo (1520m). Si affrontano i 17 ripidi tornanti finali,
sapientemente disegnati sulla boscosa parete che chiude a nord la
conca; la pendenza risulta sempre costantemente durissima e non
consente mai di tirare il fiato. Dopo aver sfiorato l'alpeggio
di Foppa (1850m) si continua nel bosco fino a passare tra alcune
rocce per sbucare nel pianoro della Preda Rossa dove la strada
asfaltata termina in un ampio parcheggio a fondo naturale; si
possono percorrere ancora alcuni metri sui sentieri che
percorrono l'ampio pianoro. Il piano di Preda Rossa si stende
per alcuni chilometri incuneandosi tra le montagne e terminando
alla base del maestoso Monte Disgrazia (3678m) in un meraviglioso
ambiente di alta montagna selvaggia.
(Itinerario percorso
il 26/06/1999)
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