Il
passo collega la bassa Valtellina e la Valle Brembana mediante
una strada asfaltata estremamente impegnativa, che può
fungere da complessa alternativa alla strada che costeggia la
sponda orientale del lago di Como, per il collegamento lungo
l'asse Bergamo-Sondrio. Il valico deriva il suo nome
dall'importanza dei traffici tra la Repubblica di Venezia ed i
Grigioni; con la perdita del bergamasco da parte della
Serenissima il suo utilizzo si ridusse unicamente ai pochi
transiti locali fino alla costruzione della strada moderna,
avvenuta negli anni settanta; il completamento del rivestimento
in asfalto risulta ancora più recente; il percorso è
molto vulnerabile agli eventi atmosferici e non sono rare le
chiusure della strada a causa di frane provocate dal maltempo o
di slavine durante l'inverno. La strada risulta buona e
presenta sia dislivelli considerevoli che pendenze molto severe;
sul versante valtellinese il percorso è molto lungo e
presenta dopo Albaredo strappi molto ripidi, alternati però
a tratti meno duri; sul versante bergamasco la strada risulta
priva di difficoltà fino alle porte di Mezzoldo, ma
diventa terribile negli ultimi 12 chilometri.
Sul versante
settentrionale si abbandona la strada del fondovalle valtellinese
a Morbegno; dalla piazza del municipio (252m) si costeggia la
chiesa sconsacrata di Sant'Antonio e subito dopo ad un incrocio
(250m) si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Passo di
San Marco; dopo gli ultimi edifici si comincia a salire in costa
tra i boschi di castagni con pendenza subito impegnativa ed
alcuni tornanti. In corrispondenza del 1° tornante (259m)
presso il cartello di fine centro abitato si ignora una
diramazione asfaltata a destra; si affrontano poi il 2°
tornante (297m), l'ampio 3° tornante presso il Sacrario degli
Alpini di Morbegno ed il ravvicinato 4° tornante (374m);
all'uscita del 5° tornante si incontra il bivio (404m) per
Bema (800m). Dopo un breve tratto di leggera salita la strada
continua impegnativa dirigendosi verso est con splendida vista
sulla Valtellina e sulle montagne della Val Masino, dominate dal
Monte Disgrazia (3678m) col suo ghiacciaio. Si affronta il 6°
tornante (536m), si ritorna in direzione ovest e dopo il 7°
tornante (680m) si transita ai piedi del villaggio di Arzo; si
affronta l'ottavo tornante e nella parte alta di Arzo si incontra
la chiesa di San Giovanni Battista (727m) presso un incrocio dove
si ignora la diramazione a sinistra. Si lascia la parete
meridionale della Valtellina e si penetra nella valle del Bitto
che subito si biforca tra la valle del Bitto di Albaredo ad est e
la valle del Bitto di Gerola ad ovest. Si continua in severa
ascesa fino a Valle (833m), ultima frazione di Morbegno; dopo un
breve falsopiano si riprende a salire raggiungendo Albaredo per
San Marco; in corrispondenza del 9° tornante (883m) si lascia
a destra la strada per il centro e si sale ripidamente con il 10°
tornante (892m) per passare sopra il paese. Dopo un breve
tratto pianeggiante si affronta una rampa ripidissima, preludio
del tratto più duro: la strada sale a tornanti tra i prati
con pendenze molto severe passando tra casolari sparsi; dopo
l'undicesimo tornante si raggiunge l'incrocio (1145m) dove si
lascia a destra la diramazione a fondo chiuso che consente di
accedere alla chiesa della Madonna delle Grazie (1153m). Si
affrontano in faticosa ascesa il 12° tornante (1158m), il 13°
tornante (1190m) ed il 14° tornante (1266m) e si percorre un
lungo traversone nel bosco; ad un incrocio (1370m) si lascia a
sinistra la diramazione per il Bivacco Legui. Si effettua una
diversione nella laterale Valle Piazza attraversando il ponte
(1431m) sul suo torrente; la salita diventa meno dura, pur
restando decisamente impegnativa; si supera un'altra valletta con
il suo ruscello e si incontra un tratto di dolce salita nel fitto
bosco mentre si effettua una profonda diversione nella Valle
Lago; presso il ponte (1521m) si lascia a sinistra il sentiero
per il soprastante rifugio Alpe Lago e si riprende a salire
duramente ma subito dopo si incontra un tratto di alcune
centinaia di metri di leggera discesa. Si effettua un'altra
diversione nella Valle Pedena attraversandone il torrente su un
ponte (1550m); si riprende a salire con strappi ripidi alternati
a tratti più facili; aggirando un crinale si ignora ad un
incrocio (1608m) una stradina sterrata a destra; in leggera
salita si esce dal bosco e si entra in uno spoglio vallone che si
risale con durissima pendenza affrontando il 15° tornante
(1782m) ed il 16° tornante (1815m). La salita continua
impegnativa in costa per aggirare un roccione, mentre a nord il
panorama si apre sulle cime occidentali del gruppo del Bernina,
si entra nella conca del valico e si affrontano gli ultimi facili
duecento metri che separano dal culmine. Il passo è
spoglio e privo di edifici; a volte vi staziona un camion-bar
come punto di ristoro; vi sorgono due lapidi ed un cippo di
pietra presso il quale è possibile vedere un tratto
dell'antica mulattiera; il panorama è ampio e molto bello,
ma turbato dai numerosi tralicci degli elettrodotti che
transitano dal valico per portare nella pianura padana l'energia
prodotta dalle centrali valtellinesi.
Sul versante
meridionale bergamasco il percorso inizia a Lenna (482m),
raggiungibile mediante la strada di fondovalle della Valle
Brembana, che collega senza difficoltà altimetriche, ma
con un forte volume di traffico, il capoluogo Bergamo (249m) a
Sedrina (324m), Zogno (334m), San Pellegrino Terme (358m), San
Giovanni Bianco (448m) ed appunto Lenna; recentemente la vecchia
sede della ferrovia locale disattivata è stata trasformata
in pista ciclabile asfaltata da San Pellegrino Terme a Lenna con
un'ottima operazione degna delle amministrazioni locali più
evolute. Dalla ex-stazione ferroviaria di Lenna ci sono
inizialmente tre possibilità: - la prima, consigliata,
consiste nel seguire la pista ciclabile attraverso le case di
Lenna e, dopo un curvone, attraverso una zona di fitta
vegetazione; con una galleria illuminata si raggiunge il piazzale
della ex-stazione ferroviaria di Piazza Brembana; svoltando a
destra poco dopo si arriva nel centro del paese; - si
attraversa la piazza della stazione e ci si immette sulla vecchia
provinciale salendo sensibilmente verso Foppolo; all'incrocio in
cima alla rampa si svolta a sinistra e presto si tiene a destra
seguendo le indicazioni per il centro di Piazza Brembana (536m)
che si attraversa senza difficoltà; - si segue
l'itinerario precedente ma non si svolta per il centro del paese
e si prosegue percorrendo una breve galleria e la
circonvallazione di Piazza Brembana (536m) che supera lo svincolo
con la lunga galleria che consente alle autovetture di evitare
Lenna. Alla fine del paese tutte le varianti confluiscono
nella unica strada provinciale che risale il fondovalle
alternando tratti in moderata ascesa a falsopiani; dopo aver
superato il santuario della Madonna dei Campelli si giunge a
Cugno (537m), la frazione più bassa di Olmo al Brembo; vi
si lascia a sinistra la strada per Valtorta. Dopo poche
centinaia di metri, nel centro di Olmo al Brembo (556m), si
lascia a sinistra la strada per Averara, Santa Brigida, Cusio ed
i Piani dell'Avaro (1702m) e si continua in moderata ascesa
superando gli incroci per Piazzolo e per Piazzatorre (868m).La
salita diventa progressivamente più impegnativa e dopo
aver affrontato il 1° tornante (818m), in corrispondenza del
quale si lascia a destra il ponticello di accesso alla zona degli
impianti sportivi, ed il 2° tornante (843m), subito dopo la
chiesa di San Giovanni Battista, si arriva nel centro di Mezzoldo
(880m), l'ultimo paese della vallata. Presso la frazione
Scaluggio si affronta il 3° tornante (932m) e poco dopo si
incontra il 4° tornante (975m); si continua con ripide
pendenze nel bosco e si affronta una stretta gola dove la strada
si inerpica con una durissima rampa. Dopo il Ponte Gontagocce
si affronta il 5° tornante e si costeggia un piccolo bacino
artificiale (1247m) al cui termine si attraversa il Brembo al
Ponte dell'Acqua (1251m) e si sbuca in un pianoro dove la salita
si interrompe per breve tratto passando di fronte ad un
albergo-ristorante con ampio parcheggio (1295m). Subito dopo
in località Riva si lascia a destra la breve deviazione
per il rifugio Madonna delle Nevi (1336m) ad un incrocio (1308m)
in corrispondenza del 6° tornante dove però sorge il
cartello “1° tornante” perché la
numerazione dei cartelli parte da questo punto senza considerare
i 5 precedenti tornanti affrontati presso Mezzoldo. Tra i
prati di una zona dove stanno sorgendo numerosi insediamenti
turistici si affrontano con dure pendenze il 7° tornante
(cartello 2°, 1324m), l'ottavo tornante (cartello 3°,
1334m), in corrispondenza del quale si ignora la diramazione a
destra, il 9° tornante (cartello 4°, 1388m) dopo le baite
di località Castello, il 10° tornante (cartello 5°,
1451m), l'undicesimo tornante (cartello 6°, 1481m) presso
alcune baite, il 12° tornante (cartello 7°, 1508m) dopo
la località Fraccia, il 13° tornante (cartello 8°,
1542m), il 14° tornante (cartello 9°, 1587m) e dopo un
lungo e ripido traversone al limite della vegetazione di alto
fusto il 15° tornante (cartello 10°, 1764m) in posizione
panoramica sul lato settentrionale del valico denominato Cola di
Ancogno Vago (1759m), dove si trova una malga. Si raggiungono
faticosamente il 16° tornante (cartello 11°, 1806m) ed il
16° tornante (cartello 12°, 1828m) dove si lascia a
sinistra la breve diramazione asfaltata per la Cà San
Marco (1830m), antichissima cantoniera costruita in una conca
sotto il valico che ora funge da rifugio; presso il bivio sorge
anche il moderno Rifugio Passo di San Marco (1831m). Si
procede con impegnativa pendenza tra i prati fino al 18° ed
ultimo panoramico tornante (1887m), poi si percorre il tratto
conclusivo in costa fino al valico. In fase di discesa occorre
ricordare che il tracciato sul versante bergamasco risulta molto
pericoloso perché privo di protezione verso
valle.
(Itinerario percorso il 19/09/1987 salendo dal
versante valtellinese)
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