Il
Monte Malamot, con l'affiancata Pointe Droset (2917m), è
una delle montagne che dominano il lato meridionale della conca
del Moncenisio; fino alla seconda guerra mondiale si trovava in
territorio italiano, ma il trattato di pace ha imposto
l'arretramento del confine ed oggi risulta interamente in
territorio francese. Sulla sua sommità si trovavano
delle fortificazioni, costruite dagli italiani per controllare il
Passo del Moncenisio; per accedervi era stata costruita la strada
che da la Gran Croce (1876m), all' inizio del pianoro del
Moncenisio, sale al Colle del Varisello (2020m) e da qui con
innumerevoli tornanti risale il crinale fino alla sommità
della montagna. Attualmente le fortificazioni sono abbandonate
e la carreggiabile è lasciata senza manutenzione, ma nel
complesso presenta ancora un fondo sufficientemente buono per la
percorrenza con le mountain-bike; solo ad 1,5 Km dalla vetta una
frana costringe a percorrere 200 metri a piedi. Durante il
percorso è giusto pensare a chi ha progettato e realizzato
questo tracciato di alta quota, brillante opera di ingegneria
disegnata elegantemente e sapientemente sulle pendici della
montagna. I panorami che si godono nel corso della salita e
soprattutto sulla vetta sono realmente eccezionali ed
entusiasmanti. Da Susa a la Gran Croce si può seguire
la strada statale del Colle
del Moncenisio (2084m) oppure l'alternativa rappresentata
dalla tranquilla strada che risale la valle della Cenischia prima
di riconnettersi alla statale; entrambi i percorsi sono
interamente asfaltati.
Da Susa (493m alla stazione
ferroviaria) la strada comincia a salire con pendenza subito
impegnativa fra boschi e vigneti nell'amena valle della
Cenischia; dopo il bivio a destra (564m) per Venaus e Novalesa si
oltrepassa l'incrocio (583m) dove si lascia a destra l'accesso
all'autostrada del Fréjus. Dopo un tratto impegnativo
nel bosco ad un incrocio (691m) si lascia a sinistra l'accesso
alla parte più bassa del centro abitato di Giaglione e
poco dopo si affronta il 1° tornante (751m) dove si lascia a
destra un'altra diramazione per Venaus; si transita nella parte
alta (800m) di Giaglione, paese sparso sul pendio in bella
posizione panoramica sulla val di Susa con vari nuclei a quote
differenti; dopo gli impegnativi 2° tornante (857m), 3°
tornante (894m) e 4° tornante (834m) si arriva ad un incrocio
(978m) dove si lascia a sinistra la strada provinciale 255 della
Val Clarea. Si percorre un lunghissimo ed impegnativo
traversone; la pendenza diventa facile per un breve tratto presso
le poche case di San Martino (1088m) mentre si procede in costa
con bella vista a picco su Venaus (604), nel fondovalle, e sul
grandioso ed imponente massiccio del Rocciamelone (3538m),
nell'antichità erroneamente considerato la vetta più
alta delle Alpi, che si staglia sull'opposto versante della
vallata. Presso le poche case solitarie di Molaretto (1169m)
si riprende a salire con ripida pendenza tra splendidi boschi
affrontando il 5° tornante ed il 6° tornante (1225m);
dopo la deviazione per il piccolo comune di Moncenisio (vedi
itinerario alternativo) si perviene alla sparsa borgata di Bar
Cenisio (1479m), dove sorgeva il vecchio posto doganale italiano
e dove si incontra una bella fontana, ultima occasione di
approvvigionamento idrico. Si continua in dura ascesa
aggirando un costone della montagna mentre i boschi diventano più
radi e l'ambiente più alpestre; si costeggiano alcune
gallerie facenti parte del tracciato della ferrovia a cremagliera
(sistema Fell) in funzione fra il 1868 ed il 1871. Dopo aver
superato il 4° rifugio (1721m) si raggiunge la linea di
confine in una stretta gola rocciosa; subito dopo la salita si
interrompe e, costeggiando un piccolo bacino artificiale, si
entra nel Piano di San Nicolao, che si attraversa con un
rettilineo tra i pascoli. Al termine del pianoro si affrontano
6 duri tornanti per superare la ripida parete rocciosa che chiude
il piano e finalmente si sbuca nel vasto pianoro del Moncenisio
in località la Gran Croce (1876m), dove si incontra la
ex-dogana francese ai piedi della diga del Moncenisio.
Il
percorso alternativo nel primo tratto si salita è
rappresentato dalla tranquilla strada che risale la valle della
Cenischia e si ricongiunge tra Molaretto e Bar Cenisio alla
statale. Da Susa (493m alla stazione ferroviaria) si segue
l'itinerario principale per circa un chilometro, poi si svolta a
destra scendendo brevemente fino al fondovalle che si segue senza
difficoltà fino a Venaus (604m); la salita diventa
progressivamente più impegnativa e con qualche duro
strappo ed un falsopiano si raggiunge Novalesa (828m), famosa per
la sua abbazia medievale. All'inizio del paese si svolta a
sinistra seguendo i cartelli per Moncenisio e si costeggia il
centro abitato, al cui termine si attraversa il torrente e si
comincia con alcune ripide rampe la salita; dopo aver
attraversato nuovamente il torrente si passa presso le poche case
di Santa Maria (947m) e si affronta un tornante continuando in
costa. Si riattraversa il torrente su un ponte (1005m)
pianeggiante e si affrontano 13 stretti tornanti; la pendenza
risulta sempre costantemente dura ma in due rampe è
veramente ripidissima; si continua con forti pendenze ed altri
tre tornanti nel fitto bosco; dopo l'oratorio di Sant'Antonio
(1408m) si raggiunge il comune di Moncenisio (1461m), anticamente
Ferrera Cenisio, uno dei più piccoli comuni d'Italia, dove
si arriva ad un incrocio. Svoltando a destra si perviene alla
piazza del municipio, dove si incontra una bella fontana e la
strada ha termine. Si tiene dunque a sinistra e, dopo aver
costeggiato due ameni laghetti, il lago Grande (1423m) ed il lago
Piccolo (1400m), si procede in costa in leggera discesa e
falsopiano per 5,4 Km fino a sbucare sulla strada statale 1,7 Km
a valle di Bar Cenisio; svoltando a destra si percorre il
tracciato già descritto fino alla Gran Croce.
Si
abbandona la strada asfaltata del Colle del Moncenisio presso
l'edificio della ex-dogana francese in località La Gran
Croce (1876m) svoltando verso l'imponente diga; si attraversa
l'ampio piazzale, si lascia la strada asfaltata per l'albergo
Mont Malamot svoltando a destra su strada sterrata e si costeggia
un gruppo di case diroccate dopo le quali, prima dell'ultima casa
isolata, si svolta a sinistra. Dopo un ponticello si sale
dapprima moderatamente e poi fortemente sul lato meridionale
della conca, si supera un tornante e si procede in costa fino ad
un incrocio, dove si tiene a sinistra lasciando a destra le due
strade sterrate per la diga e per il Forte Varisello. Si sale
ripidamente alle pendici del roccione dove sorge il forte fino al
Colle del Varisello (2020m); si lascia a destra la strada non
asfaltata che costeggia la sponda meridionale del Lago del
Moncenisio e si sale ripidamente a superare un dosso. Dopo una
brevissima e sconnessa discesa si sale con dure pendenze fino ad
un incrocio: a sinistra una carreggiabile si snoda in costa lungo
il lato meridionale della valle ad una quota superiore rispetto
alla statale fino a scendere a Bar Cenisio, a destra una stradina
discende verso il Lago del Moncenisio; di fronte si imbocca la
strada per il Malamot, chiusa da una sbarra che impedisce il
traffico motorizzato. La carreggiabile sale subito ripida ed
affronta i primi dei 36 tornanti con fondo piuttosto sconnesso
lungo la parete prativa che sovrasta il Forte Varisello ed il
lago con un panorama che diventa sempre più ampio e
grandioso. Dopo i primi tornanti il fondo alterna tratti ben
pedalabili a pezzi che richiedono molta abilità per
passare fra grossi sassi; in alcuni punti può essere
necessario mettere piede a terra per brevissimi tratti. Si
incontrano alcune pietre miliari che scandiscono la salita. Dopo
il 13° tornante si incontra uno dei pochi tratti con pendenza
moderata e buon fondo fino al 14° tornante, poi si percorre
un lungo pezzo in costa e si entra in una conca dominata da una
ripida parete. Dopo il 16° tornante si affronta un tratto
molto ripido ai piedi di una enorme parete rocciosa ed il fondo
si presenta molto sconnesso fino ad essere quasi impraticabile
per pochi metri appena prima del 17° tornante; dopo la pietra
miliare del 5° Km, corrispondente al 19° tornante, si
sbuca in ambiente più aperto ed all'uscita del 20°
tornante si individua chiaramente il forte in cima al Malamot. Si
passa presso due vecchi ricoveri e si percorre un brevissimo
tratto in leggera salita fino al 24° tornante poi si continua
in forte salita su fondo sconnesso lungo il crinale tra due
valloni e si raggiunge il bivio per il Lago
Bianco (2617m) presso i tralicci dell'elettrodotto, poco
prima della pietra del Km 6,5 e di alcune caserme in rovina alla
base del torrione sommitale del Monte Malamot. Dopo aver
sfiorato le caserme si affrontano 4 ripidi e sconnessi tornanti e
si penetra nella gola ai piedi della cima; per 100 metri prima e
100 metri dopo il 29° tornante occorre procedere a piedi sui
massi franati sul tracciato; al 30° tornante si riprende a
pedalare con fondo discreto e si affrontano altri due tornanti ed
un lungo ripidissimo rettilineo che conduce ad un pianoro sul
lato occidentale del monte. Due carreggiabili raggiungono due
tralicci dell'elettrodotto mentre il panorama si apre
grandiosamente. Si supera la pietra miliare dell'ottavo Km e
si affrontano gli ultimi 4 difficili tornanti; dal 36° ed
ultimo si gode una bella vista verso la valle dell'Arc ed in
distanza sulle montagne del Massif des Ecrins. Si percorre
l'ultimo tratto in costa con discreto fondo tra grandi pietraie e
finalmente si arriva al piccolo spiazzo di fronte all'ingresso
della diroccata Caserma Malamot. La sommità è
formata da una lunga e sottile cresta che si snoda dal M.Malamot,
dove sorge la caserma, a nord alla Punta Droset (2917m) a sud; la
vetta presenta ripidi strapiombi su tutti i versanti eccetto
quello occidentale dove si snoda il tracciato. Il panorama è
entusiasmante: ad est svettano vicini il Monte Bard (3168m) ed il
Monte Giusalet (3313m) con il ghiacciaio di Bard; a nord si vede
la cresta che va dalla punta del Rocciamelone (3538m)
all'anfiteatro del Roncia-Lamet che domina il vasto Lago del
Moncenisio che giace in basso con il suo colore blu intenso; ad
ovest in primo piano si erge la punta Clery (3173m) mentre in
distanza si vedono le numerose cime bianche del gruppo della
Vanoise ed in particolare l'ampio ghiacciaio della Vanoise; a sud
si erge il Dent d'Ambin (3382m), sul confine
italo-francese.
(Itinerario percorso il 09/09/2000)
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