Il
valico collega la Valtellina e la Val Camonica con una strada
estremamente ripida, sicuramente fra le più difficili in
assoluto e fra le più famose dell'intero arco alpino;
soprattutto sul versante valtellinese le pendenze sono micidiali
con punte del 18% secondo i cartelli stradali e forse in realtà
anche superiori al 20%. La strada risulta stretta e presenta
numerosi strettissimi e ripidissimi tornanti per cui risulta
molto pericolosa in discesa oltre che molto faticosa in salita;
il fondo stradale presenta un asfalto generalmente in buono
stato. Una premessa toponomastica è indispensabile:
l'ampia sella del Mortirolo o della Foppa aperta tra il Dosso
Signeul (1954m) a nord e la Cima Verde (2410m) a sud presenta due
passi separati da una piccola altura; a nord denominiamo Passo
del Mortirolo (1852m) il valico che collega direttamente le due
valli mentre a sud denominiamo Passo della Foppa (1889m) il
valico che viene attraversato da una strada che coincide quasi
completamente con l'accesso al Passo del Mortirolo sul versante
bresciano ma sul versante valtellinese invece si snoda stretta ed
estremamente panoramica in costa e procede a saliscendi fino alla
conca di Trivigno, da dove si può scendere a Tirano o al
Passo dell'Aprica (1176m); questo percorso è sicuramente
consigliato per la discesa. A nord del Dosso Signeul è
segnalato dalle carte un Passo del Mortirolo (1894m) percorso
solo da sentieri pedonali.
Sul versante valtellinese ad un
incrocio (546m) appena a valle di Mazzo di Valtellina (552m) si
lascia la vecchia statale, ora declassata per la costruzione del
nuovo tracciato e diventata tranquilla e gradevole per i
ciclisti, e si comincia a salire senza difficoltà
attraverso un vecchio nucleo urbano dove si tiene a destra ad un
incrocio (558m) dove si lascia a sinistra una via che conduce
verso il centro di Mazzo. Dopo una strettoia si svolta a
sinistra ad un incrocio (566m) prima del ponticello su un piccolo
torrente, si oltrepassano le ultime case e si entra nel bosco; i
primi due chilometri sono abbastanza pedalabili e la pendenza
diventa sempre più dura con una progressione continua che
consente di adattare la pedalata. Presso un piccolo nucleo di
case si affronta il 1° tornante (597m) dove il cartello
riporta 33° tornante perché sono conteggiati a scalare
ed il 1° tornante è il più vicino al passo. Si
affrontano il 2° tornante (615m) tra i frutteti, il 3°
tornante (630m) nel bosco, una curva a destra (644m) dopo due
case rurali ed una curva a sinistra (655m) ai piedi del Castello
di Mazzo. Si superano il 4° tornante (707m), il 5°
tornante, il 6° tornante (751m) ed il 7° tornante nel
bosco e si ignora una diramazione a destra per un
agriturismo. Dopo un incrocio (824m) a sinistra e la vicina
chiesa di San Matteo, che sorge in posizione panoramica presso
alcune case sparse, si affronta il tratto più duro con
rampe molto ripide intervallate da tratti di salita molto severa
ma in grado di consentire un minimo di recupero tra un "muro"
e l'altro; la strada sale nel fitto bosco che si apre in radure
popolate da baite e villette; dei cartelli di aspetto rustico
indicano i nomi delle località e spesso anche la quota
raggiunta; i tornanti e le curve strette sono continui. Si
affronta l'ottavo tornante ai limiti di una radura, il 9°
tornante (1009m), il 10° tornante (1038m) e l'undicesimo
tornante presso alcune baite; dopo il 12° tornante si lascia
sulla sinistra l'accesso (1145m) alle baite di Pradasc ed in
corrispondenza del 13° tornante (1184m) si ignora una
stradina sterrata a fondo chiuso per Viez. Si affronta il 14°
tornante, si ignorano diramazioni a sinistra ed a destra per
alcune baite ed in corrispondenza del 15° tornante (1246m) si
ignora la sterrata a destra; subito dopo il 16° tornante si
lascia a sinistra la diramazione per Cuscisc; dopo il 17° ed
il 18° tornante (1288m) si arriva al 19° tornante dove si
lascia a destra la stradina di accesso alle baite di Pezza. Si
oltrepassano le baite di Piaz all'altezza del 20° tornante
(1427m) e si raggiunge la località di Piaz l'acqua
(1448m), dove si trova una fontana; si affrontano i
ravvicinatissimi 21° tornante, 22° tornante e 23°
tornante (1462m), dove sorge il monumento a Marco Pantani. La
strada continua con pendenze meno tremende anche se si incontrano
ancora delle rampe molto ripide mentre il panorama diventa sempre
più ampio e spettacoloso sul fondovalle valtellinese sul
quale ci si affaccia a picco. Si affrontano il 24°
tornante (1517m) presso un traliccio, il 25° tornante ed il
26° tornante (1571m), dove si incontra l'itinerario
alternativo, molto meno impegnativo, che sale da Grosio. Si
percorre un lungo traversone verso sud e subito dopo aver
lasciato a destra (1719m) una stradina asfaltata chiusa al
traffico motorizzato non autorizzato si affronta il 27°
tornante (1724m). Dopo il 28° ed il 29° tornante, dove
si lascia a destra una pista a fondo naturale, con un tratto nel
bosco si arriva alla malga del Mortirolo in una bellissima conca
dove pascolano le mucche che possono abbeverarsi ad un limpido
laghetto. Presso il 30° tornante si trova un rifugio e
presso il 32° tornante (1810m) si trova un minuscolo
laghetto; dopo il 33° ed ultimo tornante (1824m) si arriva al
passo in uno splendido scenario di montagne.
Sul versante
camuno da Edolo (699m) si segue la frequentata strada che conduce
al Passo del
Tonale (1883m) con salita moderata ma costante; dopo due ampi
tornanti (783m e 787m) ed un albergo-ristorante isolato (822m) si
incontra l'incrocio ben segnalato (891m) per Monno ed il Passo
del Mortirolo dove si svolta a sinistra affrontando una dura
salita dapprima in costa; sulla sinistra si nota l'antico
Santuario di San Brizio, raggiungibile con un sentiero. Dopo
un chilometro si affronta il 1° tornante (972m) tra i prati
della bella conca di Monno e dopo il 2° tornante (987m) si
costeggia il cimitero e si raggiungono le prime case di Monno; in
corrispondenza del 3° tornante (1017m) si lascia a sinistra
un primo accesso al centro di Monno che viene evitato dalla
strada provinciale 81. Dal 4° tornante (1032m) si gode una
bella vista sul centro abitato di Monno, dominato dalla chiesa
parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo (1063m) e, più in
alto, dalla chiesa di San Sebastiano (1117m); presso un
parcheggio si effettua il 5° tornante (1059m) lasciando a
sinistra il tracciato principale con diritto di precedenza che
entra nel centro del paese. Si affronta il 6° tornante
(1070m) e si transita nella parte alta del centro abitato uscendo
dal paese con una dura rampa seguita da un falsopiano tra i
prati. Con un tratto ripidissimo si entra nel bosco seguendo
la stretta valle del Mortirolo; dopo il 7° tornante (1227m),
in corrispondenza del quale si lascia a sinistra l'antica
mulattiera del Mortirolo, la salita ridiventa pedalabile e
ritorna verso la Val Camonica dominata dal massiccio
dell'Adamello; dopo l'ottavo tornante (1355m) la strada continua
molto dura con numerose curve nel bosco per un lungo tratto
finché non si ritorna alti in costa nella valle del
Mortirolo. Con salita moderata ed un tratto di falsopiano si
raggiunge la grande conca prativa del Mortirolo, costellata di
casolari e baite sparse. Si attraversa il torrente Ogliolo di
Monno al Ponte di Palu (1633m), dopo il quale sulla destra si
incontra una fontanella con acqua di sorgente; all'improvviso la
salita riprende terribile con una serie di stretti e continui
tornanti tra i prati: si affrontano ravvicinati il 9°
tornante (1651m), il 10° tornante, l'undicesimo tornante, il
12° tornante (1676m), il 13° tornante ed il 14°
tornante. Si incontra un bar-ristorante di fronte alla
cappella di San Giacomo (1710m) che sorge presso il 15°
tornante ed in corrispondenza del 16° tornante (1716m) si
lascia sulla destra la caserma del Mortirolo. Si affrontano i
ripidi 17°, 18° e 19° tornante (1758m) e subito dopo
si sfiora a sinistra il moderno bar-ristorante Belvedere. La
strada procede con altre dure rampe fino alla trattoria Mortirolo
(1812m); dopo 150 metri si raggiunge un incrocio (1823m) dove si
lascia a destra la strada per il Passo
Carette di Val Bighera (2087m). Si procede a strappi con
falsopiani e dure rampe oltrepassando l'incrocio (1824m) dove si
lascia a sinistra la pista a fondo naturale a traffico
regolamentato che scende al Lago del Mortirolo (1779m), sulle cui
sponde sorge un rifugio, e si raggiunge un bivio (1851m): a
sinistra si lascia la strada che consente di superare il Passo
della Foppa (1889m) e tornare sul versante valtellinese
procedendo fino a Trivigno mentre a destra si affrontano gli
ultimi facili metri che conducono alla sommità del mitico
Passo del Mortirolo.
(Itinerario percorso il 05/09/1992
dalla Valtellina ed il 20/07/2002 dalla Valcamonica)
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