L'alpeggio
Cusiè si trova alla testata della Val Malvaglia, laterale
della bassa Val Blenio, e risulta raggiungibile mediante una
lunga, ripida e stretta strada asfaltata in ambiente solitario e
pittoresco ai piedi del massiccio dell'Adula (3402m), la vetta
più elevata del Ticino; la strada asfaltata termina 200
metri prima delle baite di Cusiè.
Il paese di
Malvaglia risulta facilmente accessibile da Biasca, importante
nodo di comunicazioni dove il percorso del Passo
del Lucomagno (1916m) si separa dal tracciato del Passo
del San Gottardo (2108m), seguendo la strada del Passo del
Lucomagno. Si parte dalla rotonda di fronte alla stazione
ferroviaria (293m) di Biasca e si può scegliere fra due
diversi itinerari. Il primo itinerario consiste nel seguire le
indicazioni per il centro e costeggiare inizialmente la ferrovia
prima di sottopassarla; si attraversa il centro della cittadina
con un tratto a senso unico e si percorre in leggera salita la
Via Lucomagno; all'incrocio con la Via ai Grotti si ignora il
segnale stradale per il Lucomagno a sinistra e si procede
diritti; dopo il palazzo dello sport la strada diventa una pista
ciclabile. Il secondo itinerario consiste nel seguire per 800
metri la strada del Passo
del San Gottardo (2108m) fino alla rotonda (301m) dove si
procede diritti seguendo le indicazioni per il Lucomagno e
lasciando a sinistra il percorso per il Passo del San Gottardo;
si attraversa la parte moderna del centro di Biasca ed alla fine
della zona abitata si sbuca sulla circonvallazione proveniente
dall'uscita dell'autostrada, il cui transito risulta vietato alle
biciclette; da questo punto in poi invece il tracciato è
aperto anche ai ciclisti. I due percorsi alternativi si
incontrano dopo un tratto di leggera ascesa all'imbocco
dell'ampia Val Blenio nel punto in cui la pista ciclabile termina
presso l'incrocio (364m) per Loderio e Semione. Si continua
lungo l'ampia strada cantonale ed una breve rampa conduce al
Ponte Leggiuna (370m) sul torrente che scende dalla strettissima
Val Pontirone; l'antico ponte è visibile proprio
all'ingresso della gola. Una breve discesa conduce al pianoro
di Malvaglia, comune autonomo fino al 2012 ed ora capoluogo del
comune di Serravalle, formato dall'unione dei comuni soppressi di
Malvaglia, Loderio e Semione; ad un incrocio (358m) si abbandona
la strada moderna del Lucomagno, che evita il paese percorrendo
il centro della vallata, e si imbocca la strada che entra nel
centro abitato, dove si ammira il bel campanile romanico della
parrocchiale di San Martino (366m) davanti alla quale si incontra
un altro tracciato proveniente dalla strada cantonale del
Lucomagno. Il tracciato procede ancora facile per circa 600
metri verso nord all'interno del centro abitato ed in località
Orino (377m) si svolta a destra seguendo le indicazioni per la
Val Malvaglia e si imbocca una strada stretta e ripida che sale a
tornanti sul lato orientale della valle; il tracciato è
molto stretto e si incontrano ad intervalli regolari degli
allargamenti per consentire l'incrocio degli autoveicoli; in
qualche punto è perfino difficoltoso l'incrocio fra una
bicicletta ed un'autovettura per cui bisogna essere molto attenti
e prudenti soprattutto in discesa. Si affrontano il 1° ed
il 2° tornante fra case sparse ed il 3° tornante (530m)
nel bosco; un breve falsopiano conduce all'incrocio dove si
distacca la diramazione di accesso alla frazione Scateto distesa
lungo il pendio sulla destra; poco dopo si lascia a sinistra la
breve diramazione per Tagnugna. Dopo il 4° tornante (592m)
ed il 5° tornante (640m), dove si lascia a destra la strada
per Pontirone e Fontana (1353m), si incontra una sbarra con la
funzione di chiudere la strada in caso di nevicate; si
oltrepassano un edificio dell'acquedotto ed una panchina e si
imbocca la stretta gola conclusiva della Val Malvaglia a grande
altezza rispetto al torrente Orino. Nel punto più
roccioso ed impervio si percorre in falsopiano una galleria lunga
150 metri (740m) senza illuminazione; poiché la galleria è
leggermente in curva uno strumento di illuminazione risulta senza
dubbio utile. Dopo un tratto di impegnativa salita, un
falsopiano ed una facile discesa si supera l'incrocio (826m) dove
si lascia a sinistra la stradina che attraversa il torrente Orino
con un pittoresco ponte coperto in legno e termina in località
Pontei. All'incrocio si riprende a salire con dure pendenze
nel bosco e si oltrepassano le baite di Canè e di Rasoira
(913m); si sbuca nel pianoro alla base della diga ignorando la
diramazione asfaltata a sinistra e si arriva al 6° tornante
(925m) in posizione impressionante vicinissimo alla base della
diga. Si riprende a salire decisamente e dopo il 7°
tornante (960m) si oltrepassa una stretta valletta a sinistra
dove il ruscello scende formando delle cascatelle; poco dopo si
arriva all'incrocio (989m) dove si lascia a destra la breve
diramazione che raggiunge la diga (990m), alta 92 metri e lunga
292 metri, che genera il lago artificiale di Val Malvaglia, le
cui acque alimentano la centrale idroelettrica di Biasca. La
strada raggiunge uno spiazzo (1010m) poco sopra la diga e
costeggia il bacino in falsopiano e leggera discesa. Dopo aver
attraversato il torrente al termine del lago si supera la
colonnina per il pagamento del pedaggio per i veicoli a motore
appena prima dell'incrocio (1004m) dove si lascia a destra la
breve carreggiabile per le baite di Caslou che si trovano vicino
al lago. Si procede con pendenze impegnative fino al ponte sul
torrente Madra, che percorre la laterale Val Madra che si apre
sulla destra, ed al paese di Madra (1087m), in dialetto Mèdra;
di fronte si ammira l'imponente cascata della Furbeda. Con
pendenza più dura si affrontano l'ottavo tornante (1100m)
ed il 9° tornante, presso il quale si trova la stazione di
partenza di una teleferica, e dopo un tratto nel bosco il 10°
tornante (1159m), appena prima della baita di Cuaha Sotto
(1162m), e l'undicesimo tornante; procedendo tra i prati si
attraversa il Rio della Furbeda ai piedi della cascata e si
raggiunge Dandrio (1221m). All'inizio del villaggio si trovano
una fontana ed il Ristoro Alpino La Furbeda, aperto tutti i
giorni da maggio a settembre, ricavato nell'edificio della
vecchia scuola elementare ormai chiusa a causa dello spopolamento
della vallata. Dopo il piccolo centro abitato si procede in
falsopiano e leggera discesa ignorando la diramazione a destra
per Fontane fino ad un ponticello (1206m) sul torrente Orino in
località Cregua dopo il quale la strada si impenna e sale
con pendenze molto impegnative sull'opposto versante della
valle. Un traversone transita ai piedi delle baite di Caslei e
raggiunge il 12° tornante (1326m) presso Anzano, dove si
lascia a sinistra la diramazione per Dagro. Si continua in
dura ascesa tra prati punteggiati di boschetti e dopo il 13°
tornante (1406m) si arriva presso la località Visnou al
14° tornante (1438), dove si lascia a sinistra la diramazione
per Ticiai. Il tracciato si snoda con un lungo e duro
traversone che dopo l'alpeggio di Arbi (1465m) percorre un lungo
tratto nel bosco; si procede in una radura dove si affronta il
15° tornante e si incontrano le baite di Saltadòi. Dopo
il 16° ed ultimo tornante (1630m) si arriva al termine della
strada asfaltata (1646m) dove si lascia a sinistra la breve
diramazione di accesso all'Alpe Rossino (1664m); si gode un ampio
panorama sull'opposto versante della valle e le cime del settore
meridionale del gruppo dell'Adula. Il tracciato prosegue in
falsopiano a fondo naturale con qualche traccia di vecchio
asfalto per 200 metri fino al cartello di Cusiè; subito
dopo ad uno slargo (1651m) si lascia a sinistra una carreggiabile
che accede alle baite mentre il tracciato stradale transita a
valle delle stesse. La buona pista sterrata alla fine del
villaggio supera uno spiazzo (1678m) dove si lascia a destra la
carreggiabile che scende a Foppa (1624m) ed a sinistra un'altra
carreggiabile e continua fino ad un parcheggio presso una
biforcazione (1709m).
(Itinerario percorso il 21 giugno
2023)
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