La
Val Cedec si trova in Valfurva ai piedi del Gran Zebrù e
del Cevedale ed è risalita da una stradina a fondo
naturale che raggiunge il Rifugio Pizzini (2706m) e termina
presso la stazione di base della teleferica (2832m) che consente
il trasporto dei materiali al Rifugio Casati (3254m). Molti
ciclisti ed escursionisti a piedi terminano la loro fatica al
rifugio ma risulta possibile arrivare fino alla stazione della
teleferica in un grandioso ambiente di alta montagna dominato dal
ghiacciaio del Cevedale con un tracciato in gran parte ciclabile
anche se in alcuni punti occorre procedere a piedi spingendo la
bicicletta. Da Bormio a Santa Caterina Valfurva si segue la
strada asfaltata del Passo
di Gavia (2621m), da S. Caterina si percorre poi la strada
asfaltata che conduce a I
Forni (2176m), dove si imbocca la carreggiabile a fondo
naturale che conduce in Val Cedec.
A Bormio (1201m) si
imbocca la Valfurva in moderata salita; dopo il barocco santuario
ottagonale della Madonna della Misericordia si sale ripidamente
al borgo di Uzza (1307m); in leggera discesa e poi in falsopiano
si attraversano senza soluzione di continuità gli abitati
di San Nicolò (1319m) e Sant'Antonio (1339m), sede del
comune di Valfurva, dove si incontra un breve tratto di pavè;
in tutte le tre frazioni si trovano fontane utili per
approvvigionarsi d'acqua. Dopo un tratto di leggera ascesa la
strada entra in una gola boscosa in dura salita ma con tracciato
largo, ben asfaltato e senza curve difficili: è un tratto
che si presta a forti velocità in discesa; dopo una
semigalleria paravalanghe si procede con forte ascesa
intervallata da brevi tratti di falsopiano fino a Santa Caterina
Valfurva (1738m), località turistica in splendida
posizione ai piedi del Cevedale. All'inizio del paese si
svolta a sinistra seguendo le indicazioni per strada dei Forni e
si abbandona la strada del Passo
di Gavia; in alternativa solo in bicicletta si arriva nel
centro, si svolta a sinistra entrando nell'area pedonale, si
passa un ponte e si svolta a destra; si supera la stazione di
pagamento del pedaggio per i veicoli a motore e si percorrono
1500 metri in falsopiano superando un grosso campeggio ed
entrando nella Valle dei Forni. La strada diventa molto
stretta e si impenna con pendenze impressionanti (18/20%) per
circa un chilometro percorso interamente al sole tra i prati
superando la località Capucc (1799m). Presso una baita
in località Miravalle (1879m) la salita diventa più
ragionevole: benché sia sempre molto impegnativa sembra
quasi facile rispetto al terribile tratto precedente. Si entra
nel bosco raggiungendo la località Molinelli (1943m), dove
si trova un'area attrezzata per pic-nic presso una cascata; dopo
un brevissimo tratto facile la salita ridiventa molto dura e si
affrontano due ripidi tornanti. Dopo un tratto di forte ascesa
si affronta una breve ma sensibile discesa seguita da una rampa
progressivamente più dura fino ad arrivare con pendenza
micidiale alla località Campec (2061m), dove sorge il
rifugio Stella Alpina di fronte al quale si può rifiatare
per brevissimo tratto. Si vede di fronte l'albergo dei Forni,
ma il tratto che lo precede è terribile: dopo un tratto di
salita molto dura si affronta un micidiale rettilineo al sole e
due stretti e ripidissimi tornanti che conducono nella conca ai
piedi dell'albergo dove termina la strada asfaltata. Passando
tra due roccioni si scende brevemente su buon fondo naturale e si
arriva alla zona dei parcheggi; tenendo a sinistra si affronta la
ripida rampa che in 300 metri dalla fine dell'asfalto porta
all'ingresso dell'albergo; da questo punto il transito dei mezzi
motorizzati non autorizzati è vietato e si incontrano solo
i fuoristrada che effettuano servizio di navetta fino al rifugio
Pizzini. Di fronte all'albergo si affronta un primo tornante
ciclabile ma poi bisogna scendere dalla bicicletta per superare
altri due tornanti dalla pendenza proibitiva e dal fondo
sconnesso; si esce dal bosco e si riprende a pedalare con buon
fondo e solo in due brevi rampette può essere necessario
scendere dalla bicicletta e spingere il mezzo. Si entra nella
Val Cedec con splendido panorama sulla valle e la sua testata ed
anche con grandiosa vista retrospettiva sul ghiacciaio dei Forni
e la Punta San Matteo (3678m); il Rifugio Pizzini risulta ben
visibile in mezzo alla valle e funge da punto di riferimento. Si
procede in continua e forte salita con tracciato sempre ciclabile
e sicuro e si supera la Baita di Cedèc (2450m) alta
rispetto alla stradina; quando ci si avvicina al rifugio la
pendenza aumenta progressivamente e con una rampa molto ripida ed
al limite della ciclabilità si arriva ad un ponticello e
subito dopo al Rifugio Pizzini-Fràttola (2706m). Si
continua diritti dopo il rifugio ignorando il sentiero a destra e
si sale con fondo più sconnesso ma sempre ciclabile fino
ad un dosso dal quale si scende per 20 metri ad un grande
ghiaione solcato da piccoli ruscelletti che si attraversano senza
problema nelle belle giornate estive. Si affronta una ripida
rampa con qualche problema di ciclabilità e si procede poi
senza problemi; con una discesa di 90 metri ciclabile anche al
ritorno si raggiungono i laghetti di Cedec e si attraversa un
ponticello in legno sul loro emissario. Si riprende a salire
dapprima con una rampa ciclabile e poi con dei tornanti
ripidissimi e sconnessi che obbligano a spingere la bicicletta;
quando la pendenza diminuisce si riprende a pedalare, si passa
presso alcuni tralicci elettrici e con un breve tratto facile si
arriva al termine del percorso (2832m) presso la stazione di base
della teleferica di servizio del ben visibile Rifugio Casati ed
una brutta costruzione in legno. Il panorama è
esaltante: la testata della valle è coronata a nord dal
Gran Zebrù (3851m) ed ad est dal Monte Cevedale (3757m) e
dal Monte Pasquale (3553m); il ghiacciaio del Cevedale si
distende vicinissimo e grandioso; si gode anche ampia vista sula
valle appena percorsa ed il ghiacciaio dei Forni.
(Itinerario
percorso il 6 agosto 2015)
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