Il
valico collega l'alta valle del Reno con la bassa Valtellina ed
il lago di Como e rappresenta una via diretta tra Milano e la
Lombardia a sud delle Alpi e la Svizzera orientale e la Baviera a
nord della catena montuosa; il passo ha storicamente avuto grande
rilevanza, anche se attualmente la sua lunghezza e difficoltà
e l'apertura di agevoli arterie alternative ne hanno ridotto
l'importanza a livello locale e turistico. Il Passo dello
Spluga era già percorso in epoca romana, come risulta
dagli itinerari di Antonino, anche se non raggiunse mai la stessa
quantità di traffico del parallelo Julier (2284m); nel
Medioevo fu poco frequentato, mentre assunse forte importanza dal
1500 in poi; nel 1819-21 su progetto dell'ingegner Donegani fu
costruita la strada, che venne poi modificata nel tratto centrale
in seguito ad eventi alluvionali per assumere infine l'attuale
configurazione. Sul versante italiano il percorso è
molto lungo ed impegnativo, con un forte dislivello e tratti
dalle pendenze molto severe; ci sono anche due pezzi pianeggianti
che consentono un poco di riposo; le gallerie sono numerose e
fastidiose specialmente quando presentano un fondo sconnesso; la
strada è comunque interamente asfaltata. Il versante
svizzero presenta una salita severa ma breve e lunghi tratti di
fondovalle ed è sempre ben asfaltato; sono molto
interessanti le pittoresche gole della Viamala subito dopo
Thusis.
Sul versante meridionale dalla rotonda di
Chiavenna (325m), nodo stradale all'estremità superiore
del Piano di Chiavenna, la strada dello Spluga comincia a salire
subito ripida fra le case della parte alta della cittadina; dopo
la frazione Bette con la chiesa di San Gregorio (363m) di fronte
ad un parcheggio si assiste ad un improvviso cambiamento
dell'ambiente: dal vasto pianoro prativo ed abitato si entra in
una valle stretta e rocciosa con boschi di castagni interrotti da
macigni ciclopici che si aggirano con stretti tornanti. Dopo
aver affrontato ripide rampe interrotte da un paio di falsopiani
si sale duramente con i primi 4 tornanti a San Giacomo Filippo
(522m), dove occorre prestare attenzione in discesa ad un
restringimento di carreggiata; ancora tra le case si affrontano
il 5° ed il 6° tornante. Si continua nella stretta
valle boscosa con un tratto in costa; dopo il 7° tornante
(652m) si percorre una breve semigalleria artificiale e dopo
l'ottavo tornante si transita nella galleria illuminata Conoia
(lunga 216 metri), poi si affrontano i ravvicinati 9°
tornante (688m) e 10° tornante (693m). Dopo i vicinissimi
undicesimo tornante (767m) e 12° tornante (771m) si arriva al
Santuario dell'Apparizione della Vergine Maria di Gallivaggio
(796m), costruito in posizione solitaria e suggestiva; dopo
essere transitati alla base della chiesa si effettuano i
ravvicinati 13° tornante (796m) e 14° tornante (803m),
dal quale si accede al piazzale del Santuario. Dopo il
Santuario si tira brevemente il fiato percorrendo un ardito
ponte, poi si riprende in ripida ascesa con il 15° tornante
(830m) ed il 16° tornante (834m) e si raggiungono le poche
case di Lirone, dove si affrontano il 17° tornante (857m) ed
il vicino 18° tornante. Dopo il 19° tornante (890m) ed
il 20° tornante si arriva a Cimaganda (918m); si percorre la
galleria Stuz (lunga 342m, uscita a quota 1022m) e si raggiunge
Prestone (1065m), all'imbocco del pianoro di Campodolcino; nel
paese, dove la salita si interrompe, si incontra una bella
fontana. Si scende leggermente, poi si procede in falsopiano
prima di risalire moderatamente fino alla chiesa di Campodolcino
(1103m); si scende sensibilmente tra le case, poi si procede in
falsopiano fino ad un incrocio (1086m) situato verso la fine del
paese dove si può scegliere se seguire la strada statale
oppure svoltare a sinistra per percorrere la variante di Isola;
la soluzione migliore è di affrontare in fase di salita il
vecchio tracciato ed in discesa la variante moderna di
Isola. Scegliendo la statale si affronta ora il tratto più
ardito ed impegnativo del percorso, autentico capolavoro di
ingegneria: la statale si inerpica sulla verticale parete
rocciosa con 10 ripidi tornanti e molte brevi gallerie scavate
nella viva roccia presentando panorami da brivido; dopo
un'iniziale semigalleria artificiale si affrontano il 21°
tornante (1218m), il 22° tornante (1232m), il 23°
tornante (1243m), il 24° tornante, il 25° tornante, il
26° tornante (1266m), seguito da una breve galleria, il 27°
tornante (1294m), il 28° tornante in semigalleria, il 29°
tornante (1323m) dopo due brevi gallerie, il 30° tornante
(1337m) dopo altre due brevi gallerie; con due gallerie brevi ed
una galleria più lunga si arriva a Pianazzo (1401m). Poco
dopo, in corrispondenza del 31° tornante, si incontra a
sinistra lo sbocco del tracciato alternativo che ricalca il
percorso della prima strada carrozzabile: all'incrocio (1086m)
situato verso la fine del paese di Campodolcino si svolta a
sinistra scendendo per breve tratto, poi si percorre un tratto di
falsopiano e si comincia a salire moderatamente; con maggiore
pendenza ed alcune brevi gallerie si raggiunge la diga che genera
il piccolo lago di Isola, poi si scende sensibilmente ed in
falsopiano si raggiunge Isola (1268m); con due tornanti si inizia
a salire sulla parete che chiude ad est la conca, poi il
tracciato si inerpica molto ripido in costa fino a ricongiungersi
con la statale poco a monte di Pianazzo. Subito dopo, in
corrispondenza del 32° tornante (1462m), si lascia a destra
il tracciato che raggiunge la nota località turistica di
Madesimo
(1560m) mediante una lunga e moderna galleria, larga e ben
illuminata. Si conclude qui il tratto mantenuto aperto per
tutto l'anno e l'ambiente cambia aspetto: la vegetazione boschiva
diventa molto rara e la valle si allarga permettendo alla vista
di spaziare sulle cime circostanti; dopo una galleria si
affrontano il 33° tornante (1542m) ed il ravvicinato 34°
tornante (1547m), poi si percorrono due lunghe e strette galleria
paravalanghe e si continua a salire ripidamente tra magri prati
con il 35° tornante (1658m) ed il 36° tornante (1668m)
appena prima della cantoniera di Teggiate (1679m). Subito dopo
la cantoniera e le case circostanti si affrontano il 37° ed
il 38° tornante (1696m); dopo il bivio (1740m) a destra per
l'Alpe Andossi si incontrano il 39° tornante (1744m) ed il
40° tornante e si percorre una galleria; si oltrepassano le
poche case alpestri di Boffalora e dopo Stuetta (1874m) con il
41° tornante (1877m) ed il 42° tornante (1886m) si
raggiunge la diga (1904m) che genera il lago di Montespluga
(1900m), che si costeggia in piano per circa 3 chilometri. Alla
sua estremità settentrionale sorge il piccolo borgo di
Montespluga (1905m) con una chiesetta, una caserma ed un albergo;
la salita riprende ripida con un'ultima serie di tornanti. Si
affrontano il 43° tornante (1922m), il 44° tornante
(1929m), il 45° ed il 46° tornante, il 47° tornante
(1987m), il 48° tornante (1994m), il 49° tornante
(2018m), il 50° tornante (2025m), il 51° tornante (2049m)
ed il 52° tornante (2053m); si oltrepassa la cantoniera del
valico sulla sinistra e con l'ultima rampa si perviene al valico,
fredda sella aperta tra il Pizzo Tambò (3275m) ed il
Suretta (3027m), dove si incontra la dogana italiana.
Sul
versante settentrionale il percorso inizia a Thusis (723m),
facilmente raggiungibile da Coira (585m), capoluogo del cantone
dei Grigioni, per strada, autostrada o ferrovia; nella valle si
trovano sia la strada normale che l'autostrada e bisogna fare
attenzione ai segnali stradali per non sbagliarsi entrando in
autostrada ricordandosi che le indicazioni per l'autostrada sono
in colore verde mentre quelle per la strada cantonale
percorribile in bicicletta sono di colore blu. Alla rotonda
all'estremità meridionale di Thusis si imbocca il
tracciato che entra in forte salita nelle strettissime e selvagge
gole della Viamala, caratterizzate da enormi e verticali pareti
rocciose che sovrastano la strada; in fondo alla gola corre
strepitando l'Hinterrhein; si percorrono la galleria Rongellen I
(lunga 220 metri e ben illuminata) , il primo tratto delle gole
ancora abbastanza alberate e la galleria Rongellen II (lunga 650
metri e ben illuminata) al cui termine presso il villaggio di
Rongellen (880m) la salita si interrompe mentre la valle si apre
in una breve conca. Dopo una severa rampetta si imbocca la
galleria Trogli (440 metri) in decisa discesa fino ad un ponte
che immette nel tratto più selvaggio ed impressionante
delle gole della Viamala, si passa presso il parcheggio del punto
di accesso pedonale alle gole, si percorre una galleria
artificiale e si riattraversa il fiume, si sale leggermente, si
discende moderatamente e si attraversa nuovamente il fiume in
località Raina (883m); dopo aver costeggiato un campeggio
e superato lo svincolo dell'autostrada si arriva a Zillis
(944m). La strada cantonale prosegue diritta ma i ciclisti
seguono le segnalazioni del “percorso 6” per
raggiungere la pista ciclabile e svoltano a destra passando nella
parte bassa di Zillis ed arrivando al ponte sul fiume; subito
dopo il ponte si lascia a destra la strada per Donat, Mathon e
l'Alp
Anarosa (2348m) e si imbocca a sinistra la pista ciclabile
che sottopassa l'autostrada e prosegue con alcuni saliscendi fino
a riattraversare il fiume su una passerella di legno ricavata
sotto il viadotto dell'autostrada; si costeggia il fiume in
falsopiano poi la pista ciclabile continua affiancata alla strada
cantonale fino ad Andeer (981m). Si può decidere se
attraversare il paese con fondo in pavè oppure seguire la
strada cantonale che raggiunge uno svincolo dell'autostrada e
ridiscende ad incontrare la strada che attraversa il centro
abitato; si sottopassa l'autostrada con una ripida rampa e si
affronta uno stretto tornante a destra poi si sale con sensibile
pendenza a Barenburg (1047m) e si continua fino ad una centrale
elettrica; la salita si interrompe presso una diga che genera un
laghetto che si costeggia con una breve discesa, poi si riprende
a salire duramente nella gole della Rofla e si incontra l'isolata
Gasthaus Roflaschlucht (1094m); dopo 150 metri ad un tornante si
lascia a sinistra il percorso per l'appartata Val Ferrera, che la
strada asfaltata risale fino al villaggio di Juf
(2126m). Si affrontano altri 5 impegnativi tornanti nel bosco,
poi la valle piega verso ovest e si incontra un breve falsopiano
seguito da una ripida ascesa fino ad un ponte, dopo il quale si
procede in falsopiano mentre la valle si allarga; si vede di
fronte la diga e la salita ritorna impegnativa, presenta due
tornanti (il secondo a 1371m), sottopassa l'autostrada ed arriva
alla diga che genera l'ampio Sufner see; si costeggia il lago e
si raggiunge lo svincolo di Sufers (1406m) dove si sovrappassa
l'autostrada e si lascia a destra la stradina per il paese
(1429m) e per il Lai
da Vons (2030m). Si scende leggermente sottopassando
l'autostrada e si arriva ad un ponte dal quale si gode una
splendida vista su Sufers ed il lago da una parte e sulla gola in
cui scorre l'Hinterrhein dall'altra; dopo un tornante si sale
decisamente su tracciato stretto e tortuoso, poi si procede a
saliscendi fino in vista di Splugen (1457m) che si raggiunge in
sensibile ascesa e fondo in pavè; Splugen (1457m) è
una località turistica in cui si abbandona il fondovalle
dove transitano l'autostrada del traforo del San.Bernardino e la
strada per il Passo
di San Bernardino (2065m). Si attraversa il fiume e si
sottopassa l'autostrada in falsopiano, poi si comincia a salire
con pendenza molto impegnativa e tracciato rettilineo fino ad una
curva a destra (1492m) dopo la quale si attraversa il torrente
Huscherenbach e si affrontano 5 ripidi tornanti dapprima tra i
prati e poi nel fitto bosco sotto il tracciato della funivia con
bella vista della conca di Splugen; dopo il 1° tornante
(1519m) si affrontano regolarmente distanziati i duri 2°, 3°
e 4° tornante. Dopo il 5° tornante (1607m) si percorre
ancora un tratto nella conca di Splugen prima di imboccare la
valle che conduce al passo con un breve falsopiano seguito da
salita moderata nel bosco che diventa sempre più rado; si
riattraversa il torrente al Marmorbrucke (1695m) e l'ascesa
ridiventa impegnativa; si riattraversa ancora il torrente
all'Isabruggli (1767m) e si passa presso la stazione di partenza
di una seggiovia; con un tratto rettilineo si supera la
Schwarzhutte (1804m) e si raggiunge il 6° tornante (1847m),
primo di una serie di 10 spettacolari e ravvicinati tornanti che
si inerpicano sul versante occidentale della valle. Dopo il
15° tornante (1921m), che conclude la serie, si prosegue in
costa per alcune centinaia di metri fino al 16° tornante
(1973m); con altri due duri tornanti si arriva al rifugio
Berghaus (2033m) presso la dogana svizzera; dopo lo stretto 19°
tornante e l'ampio 20° tornante si percorre l'ultimo ripido
traversone, costeggiato per un tratto dalla vecchia semigalleria
artificiale paravalanghe ormai abbandonata, che in un paesaggio
grandioso conduce al valico.
(Itinerario percorso il
30/09/1979 salendo dal versante italiano e scendendo sul versante
svizzero)
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