Il
valico collega la piemontese Valle Borbera ad ovest con
l'emiliana Valle del Trebbia ad est mediante una strada asfaltata
molto impegnativa; sul versante orientale non vi è accesso
diretto al valico ma la strada sale dal Passo
del Giovà (1368m), posto sul crinale tra la Valle
Staffora a nord e la Valle del Trebbia a sud.
Sul versante
occidentale piemontese a Serravalle Scrivia (225m) si lascia la
strada statale dei Giovi, che collega Milano e Genova, si
sottopassa la ferrovia Genova-Torino con molta attenzione per
l'asfalto dissestato e si scende per attraversare il torrente
Scrivia con un lungo ponte; dopo aver sottopassato l'autostrada
si sale con una rampetta a Stazzano (225m) e si sottopassa anche
la ferrovia Milano-Genova. La strada sale moderatamente,
costeggia per breve tratto l'autostrada e scende decisamente per
attraversare su un ponte il torrente Borbera. Con una ripida
rampa si raggiunge Vignole Borbera (243m); si attraversa il paese
(oppure si percorre la circonvallazione) e si imbocca l'ampia Val
Borbera con un lungo rettilineo in falsopiano; si procede
tranquillamente fino alla discesa che conduce a riattraversare il
torrente ed alla rampetta che segue il ponte. Senza difficoltà
si raggiunge Borghetto di Borbera (295m), che si lascia sulla
destra; si procede sempre con tranquilli falsopiani fino a Persi,
che si raggiunge affrontando due secche curve ed una leggera
discesa. In sensibile salita si entra nelle strette, verdi e
disabitate gole che contrastano completamente con l'ampia e
popolata vallata finora percorsa; la strada si innalza rispetto
al torrente che scorre nel fondo della gola e continua poi in
falsopiano snodandosi in costa; dopo alcuni saliscendi si scende
decisamente a Pertuso (366m), dove la valle cambia nuovamente
aspetto aprendosi in un'ampia ed amena conca. In moderata
ascesa si raggiunge Cantalupo Ligure (383m); come per molti
centri abitati della vallata il suffisso "Ligure"
indica un'appartenenza storica e geografica all'ambiente
dell'Appennino Ligure nonostante la suddivisione amministrativa
ponga questa vallata in Piemonte. Si procede senza difficoltà
costeggiando il torrente fino a San Nazzaro (394m), dove si
lascia a destra una deviazione per Rocchetta Ligure (410m);
alternando falsopiani e tratti di moderata salita si attraversa
Albera Ligure (413m) e si raggiunge Cabella Ligure: dopo aver
percorso uno stretto ponticello si svolta a destra e, dopo una
breve discesa, a sinistra arrivando nella piazza principale alla
base del paese (473m). Da Cabella Ligure si comincia a salire
sensibilmente con tortuoso tracciato nel bosco; dopo il bivio per
Dova ed il Passo
di San Fermo (1158m) si raggiungono le poche case e l'albergo
di Cornareto (564m), dove la salita si interrompe. Si procede
in falsopiano per 1,4 Km fino all'incrocio (568m) in cui si
lascia a destra la strada per Carrega Ligure, l'alta Valle
Borbera ed il passo di Capanne
di Carrega (1407m) e si imbocca la valle di Cosola alla
testata della quale è già visibile il passo, anche
se risulta difficilmente identificabile. L'impegnativa salita
si snoda in costa in mezzo al bosco in una zona completamente
disabitata; nonostante gli alberi il percorso è sempre
esposto al sole; dopo l'edificio dell'acquedotto (785m) nella
valletta laterale degli Ortila salita diventa più dura e
con forti pendenze si raggiunge il paese di Cosola, diviso nei
due nuclei di Aie di Cosola (930m) e Montaldo di Cosola
(903m). Dopo aver raggiunto la parte bassa di Aie di Cosola si
procede in falsopiano per circa 500 metri aggirando (913m) lo
sperone su cui sorge la chiesa parrocchiale; in corrispondenza
del 1° tornante (923m) si lascia a destra il centro abitato
di Montaldo di Cosola e si riprende a salire sensibilmente
passando di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Maria
Assunta, edificata in posizione equidistante tra i due nuclei. Si
attraversa la parte alta di Aie di Cosola e si incontra il 2°
tornante, dove si ignora la diramazione a sinistra per la zona
degli impianti sportivi; subito dopo (997m) si ignora una
carreggiabile a sinistra; si affrontano altri 6 duri tornanti tra
i prati; la pendenza diventa sempre più ripida e la salita
molto difficile; dopo la diversione nella valletta ed il
ponticello sul torrente Montaldo si incontrano il 9° tornante
(1308m) ed il 10° tornante, che risultano abbastanza
pedalabili, ma poi la strada si impenna nuovamente e si devono
superare pendenze molto ripide. Dopo un breve falsopiano si
attraversa un altro ponticello e si percorre un tratto di salita
molto impegnativa ma regolare; si raggiungono le case sparse del
"Villaggio ai Faggi" e la pendenza ridiventa ripida;
dopo l'undicesimo tornante si percorre un tratto in costa sopra
le case; presso un grosso edificio si affronta infine il 12°
ed ultimo tornante (1445m) che introduce il ripido tratto finale
che conduce al passo, aperto tra il Monte Chiappo (1700m) a nord
ed il Monte Cavalmurone (1670m) a sud. Sulla sella sorgono
alcune case ed un albergo-ristorante; una fontana fornisce la
buona acqua fresca della sorgente Mirà; si gode un ampio
panorama verso sud sul Monte Cavalmurone ed il Monte Legna
(1670m), verso est sul Monte Lesima (1724m) con il suo
osservatorio e verso ovest sulla valle appena percorsa; verso
nord-est risulta visibile il Monte Penice (1460m).
Dal
Passo del Giovà (1368m) si sale sensibilmente lasciando a
destra la strada per Pian dell'Armà; dopo aver superato la
chiesetta degli alpini e le case sparse della stazione turistica
di Capannette di Pei si continua in costa fino a raggiungere il
valico.
(Itinerario percorso il 09/05/1998)
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